§
1 §
Chiamiamo
natura la legge dell'universo. Chiamiamo norma il seguire questa legge.
Chiamiamo educazione la pratica della norma. A noi non è possibile allontanarci
neppure per un attimo dalla norma. Se potessimo farlo, non sarebbe la norma. E
per questo che il signore ha un atteggiamento prudente e attento verso tutto
ciò che ancora non è possibile vedere, ed è timoroso e si preoccupa per tutto
ciò che ancora non è possibile udire. Nulla è più evidente di ciò che è
nascosto, nulla risalta più chiaramente di ciò che è molto piccolo. Ecco
perché il signore si comporta in modo assai prudente anche quando è solo.
Si è
in una posizione di mezzo, ovvero di centro, quando non si è preda della
collera o della gioia, della malinconia o del piacere. Quando invece si provano
queste emozioni però senza oltrepassare il giusto equilibrio, allora si è in
una situazione di armonia. Il mezzo è la grande origine di ogni cosa che
esiste, e l'armonia ne rappresenta l'aspetto favorevole e positivo.
Giunti
nella posizione di mezzo e conseguita l’armonia, allora Cielo e terra sono al
loro posto ed è così che ogni cosa sotto il cielo può svilupparsi.
§
2 §
Ciung-ni
disse: Il signore pratica il costante mezzo. (1) L’uomo comune invece non lo
pratica. Il signore cerca di raggiungere il costante mezzo avendo l'opportunità
di essere nel mezzo. L’uomo comune non cerca di raggiungere il costante mezzo
in quanto nulla ha da evitare e nulla ha da perdere.
§
3 §
Il
maestro disse: Il costante mezzo è il massimo, (2) l'apice e il vertice, e sono
pochi gli uomini capaci di attenervisi a lungo.
§
4 §
So bene
che la norma non viene praticata. Coloro che la conoscono proseguono oltre e gli
stupidi non giungono a praticarla. So anche che la norma non può essere
spiegata. Gli uomini elevati vanno oltre a essa, gli immeritevoli non giungono a
capirla. Non è forse vero che tutti gli uomini possono mangiare e bere, ma
soltanto pochi sanno capire ciò che ha sapore ?
§
5 §
Il
maestro disse: La norma non è affatto praticata!
§
6 §
Il
maestro disse: Sciun, l'imperatore, era molto sapiente. Gli piaceva formulare
delle domande e poi soppesare le parole anche più semplici. Non svelava il lato
negativo delle parole; divulgava piuttosto le parole che scaturivano
dall'esperienza. Dovendo agire nei confronti del popolo, teneva conto dei due
estremi e applicava il giusto mezzo. Grazie a questo comportamento è diventato
Sciun, l'imperatore.
§
7 §
Il
maestro disse: Ogni uomo sostiene di sapere. Così facendo finisce in una rete,
in una trappola che non sa come evitare. Ogni uomo sostiene di sapere. Se però
ogni uomo si attiene al costante mezzo, lo fa per un mese appena.
§
8 §
Il
maestro disse: Huei, il mio discepolo, è uomo che applica il costante mezzo. Lo
pratica davvero e se lo porta in cuore. Non lo smarrisce mai!
§
9 §
Il
maestro disse: Tutto si può governare - la famiglia, il regno, ogni cosa
esistente sotto il cielo. A tutto si può rinunciare - a onorificenze, a
prestigiosi incarichi. Si può anche camminare su lame taglienti e ciò
nonostante, si può non essere capaci di praticare il costante mezzo.
§
10 §
Il
discepolo Tse-lu chiese a Confucio di parlare della forza. Il maestro allora
disse: Ti riferisci alla forza dei paesi del Sud, o a quella dei territori del
Nord? Oppure alla tua?
Comandare
con cortesia e gentilezza senza mai vendicarsi di chi non segue la norma - è
questa la forza dei paesi del Sud. Il signore sa esercitarla. Stare sempre con
le armi pronte e poi morire senza alcun sentimento di odio - ecco la forza dei
territori del Nord. La esercitano i forti. Pertanto, il signore sa intrattenere
buoni rapporti con tutti, senza eccedere in nulla. Così, la sua forza è
solida. Il signore pratica il costante mezzo e non pende né da un lato né
dall'altro. La sua forza è solida. Se il regno non è retto dalla nonna, vi
subentra la morte. La sua forza è solida.
§
11 §
Il
maestro disse: Mai indagherò l'arcano o compierò gesta singolari allo scopo di
essere ricordato dalle generazioni future. Il signore pratica la norma e
nell'azione vi si adegua. Mai potrò seguire una stradale abbandonarla prima di
averla percorsa tutta. L’uomo elevato pratica il costante mezzo. Solo l'uomo
elevato riesce a distaccarsi dal mondo, a non perseguire notorietà, a non avere
attaccamenti e quindi rimpianti.
§
12 §
L’uomo
elevato persegue una norma sottile e ardua. (3)
Uomini
e donne, sebbene limitati, possono attingere alla sua sapienza. Ma neppure
l'uomo e levato può raggiungere il vertice della sapienza. Sebbene limitati,
uomini e donne possono conformarsi a essa, ma nemmeno l'uomo elevato può
raggiungerne il vertice. Pur grandi, il cielo e la terra non bastano e l'uomo
elevato, se parla della norma, parla di una grandezza che non può essere
racchiusa da tutto quanto esiste sotto il cielo. La sottigliezza di cui parla,
parlando della norma, é più sottile della più sottile cosa che esiste sotto
il cielo.
“Il
libro dei canti” afferma: Il falco si innalza al cielo, il pesce discende
nell'abisso. Dunque la norma si esprime sia in alto sia in basso. La norma
dell'uomo elevato ha le radici negli uomini e nelle donne comuni, poi si estende
fino ad abbracciare il cielo e la terra.
§
13 §
Il
maestro disse: La norma non è lontana dall'uomo. Se gli fosse lontana, che
norma sarebbe?
“Il
libro dei canti” dice: Quando si fa il manico di un ascia, -il modello è li
accanto. Si osserva il manico del modello e si taglia l'altro. Guardando
entrambi in prospettiva, ci sembra di vederli lontani l'uno dall'altro. Allo
stesso modo, il signore, governa l'uomo tenendo a modello l'uomo.
Chi
rispetta i principi della propria natura non è lontano dalla norma. Né è
lontano dalla norma chi non si comporta con gli altri come non vorrebbe che gli
altri si comportino con lui.
Il
signore mette in pratica quattro norme, delle quali neppure una io so praticare.
Non so rispettare mio padre come desidero faccia mio figlio con me. Non so
servire il signore come desidero faccia un mio suddito con me. Non so rispettare
il mio fratello più anziano come desidero che il mio fratello più giovane
faccia con me. Non so agire per primo verso un amico come voglio che lui faccia
con me.
Chi si
applica con costanza all'azione e presta costante attenzione alle parole che
pronuncia, si sforza allora di colmare le proprie lacune e di eliminare i propri
eccessi, cosicché le parole sono come l'azione, e l'azione corrisponde alle
parole. É questa coerenza che distingue il signore.
§
14 §
Il
signore si comporta secondo il suo proprio rango e non desidera nulla di ciò
che appartiene a un rango superiore. Se è giusto onorare la ricchezza, occorre
comportarsi onorandola. Se è giusto appartenere a un basso rango, occorre
comportarsi secondo tale basso rango. Se è giusto appartenere a una tribù
selvaggia, occorre comportarsi secondo i canoni della tribù selvaggia. Se
dolore e disastri sono giusti, occorre comportarsi secondo dolore e disastri. Il
signore dev'essere se stesso in ogni circostanza.
Appartenendo
a un rango elevato, non bisogna offendere gli inferiori. Appartenendo a un rango
inferiore, bisogna lasciarsi guidare dai superiori.
Chi è
sufficiente a se stesso e non chiede ad altri, non avrà a risentirsi di nulla.
Il
superiore non si irrita con il Cielo, non si lamenta degli inferiori - il
signore rimane calmo e attende il destino. L’uomo comune corre pericoli
perché ricerca la prosperità.
Il
maestro disse: Il signore è come l'arciere - se manca il bersaglio ricerca la
causa in se stesso.
§
15 §
La
norma del signore è come il comportamento di chi, dovendo raggiungere un luogo
lontano, inizia il viaggio da un luogo inevitabilmente vicino. É come il
comportamento di chi, dovendo raggiungere una vetta, inizia la scalata
inevitabilmente dal punto più basso.
“Il
libro dei canti” afferma: Moglie e figli si amino e siano in accordo come
nell'armonia della lira e del liùto; fratelli maggiori e fratelli minori siano
in armonia e traggano motivo di piacere e di contentezza dai buoni rapporti tra
loro. Sono queste le cose che arrecano ordine nella famiglia e nella dimora, e
gioia nella moglie e nei figli.
Il
maestro disse: Quale contentezza e quale vantaggio per il padre e la madre!
§
16 §
Il
maestro disse: Com'è incisiva e multiforme l'azione degli spiriti! (4)
Osservandola non la vedi, ascoltandola non la senti. Gli spiriti compenetrano le
cose e sono da esse inseparabili.
Gli
spiriti fanno sì che dovunque sotto il Cielo gli uomini digiunino e si mettano
gli abiti migliori per le cerimonie. Occupano numerosissimi ogni cosa dovunque.
“Il
libro dei canti” dice: Indagare il mondo degli spiriti non è possibile, ma
come ignorarne l'esistenza? Ciò che è misterioso si manifesta, e avvengono
fenomeni che è impossibile negare!
§
17 §
Il
maestro disse: Sciun palesava un grande rispetto filiale. Si comportava come un
uomo elevato ed era venerato come "figlio del Cielo", non c'era
ricchezza tra i quattro mari che non fosse sua, (5) compiva sacrifici
sull'altare degli antenati e così avrebbero fatto poi i figli suoi e i nipoti.
Questo comportamento fu per lui motivo di inevitabile elevazione del rango,
della prosperità e della fama che fino a tarda età gli appartennero.
Difatti
il Cielo dà origine a ogni cosa, e a ogni cosa conferisce la sua capacità.
Nutre la pianta che cresce e abbatte quella che stenta.
“Il
libro dei canti” afferma: Il nostro illustre e benamato signore compie azioni
eccellenti, mette ordine tra il popolo e tra, gli uomini, (6) ha ottenuto
protezione dal Cielo che infatti lo aiuta e che gli affida la missione, e che
queste cose sempre gli rinnova.
A
motivo di questo suo elevato comportamento, riceve dal Cielo il potere.
§
18 §
Il
maestro disse: Soltanto il re Wen non ebbe dolore. Suo padre fu il re Ci ed ebbe
per figlio Wu. Il figlio seppe trasmettere ciò che suo padre aveva fatto.
Dunque il re Wu continuò l'opera di re T'ai, di re Ci e di re Wen. Un'unica
volta mosse guerra conquistando tutto ciò che esiste sotto il cielo ed ebbe
dovunque una grande fama. Lo venerarono come "figlio del Cielo" e
possedeva tutte le ricchezze esistenti tra i quattro mari. Compiva sacrifici al
tempio degli antenati, e altrettanto avrebbero fatto poi i suoi figli e i suoi
nipoti.
Il re
Wu ottenne dunque il potere, poi il signore di Ciu completò l'opera di Wen e di
Wu, e conferì dopo la loro morte il titolo di imperatore sia a T'ai sia a Ci,
cosicché poté fare sacrifici ai suoi nobili antenati secondo il rito
imperiale.
Questi
riti si estesero a tutti i nobili e a tutte le alte cariche, così pure ai
saggi, agli studiosi e alle masse del popolo.
Quando
il padre è un alto ufficiale dell'esercito e il figlio uno studioso, le
onoranze funebri del padre devono essere quelle per un alto ufficiale, e il
sacrificio del figlio per l'antenato quello di uno studioso. Quando il padre è
uno studioso e il figlio un alto ufficiale, le onoranze funebri del padre devono
essere quelle per uno studioso e il sacrificio del figlio per l'antenato quello
di un alto ufficiale. Cosi, la consuetudine di un anno di lutto si estese anche
agli alti ufficiali e quello di tre anni di lutto all'imperatore.
É
unico e identico il lutto per il padre e per la madre e non c'è differenza fra
nobili e gente comune.
§
19 §
Il
maestro disse: Era invero grande il rispetto filiale dimostrato dall'imperatore
Wu e dal signore di Ciu! Questo loro rispetto filiale li portò a fare proprie
le esperienze e gli intendimenti di coloro che li avevano preceduti,
comportandosi di conseguenza. Ogni primavera e ogni autunno facevano compiere
delle grandi pulizie nel tempio degli antenati, esibivano gli utensili, le
insegne e gli abiti e facevano offerte con i prodotti della stagione. In
occasione dei riti nel tempio degli antenati venivano stabilite le precedenze
secondo il rango, nonché tra nobili e gente comune, e secondo benemerenze e
meriti. Nei brindisi gli inferiori servivano i superiori, cosicché anche gli
inferiori potevano partecipare al rito. Poi, durante il banchetto che seguiva la
cerimonia, le precedenze venivano stabilite secondo l'età dei partecipanti.
Occupare
i posti che gli antenati avevano occupato in vita, eseguire i riti che loro
avevano seguito, suonare la loro musica, onorare ciò che loro avevano onorato,
amare ciò che loro avevano amato, servirli e rispettarli nella morte così come
nella vita come se non se ne fossero mai andati: è questo il più alto rispetto
filiale.
Mediante
il rito al Cielo e alla terra si rende onore al "Sovrano celeste";
mediante il rito agli antenati si rende onore a coloro che ci hanno preceduti.
Così,
per chi sa capire il rito al Cielo e alla terra e, (7) il significato dei
sacrifici offerti agli antenati, governare è come guardare nel palmo della
propria mano.
§
20 §
Il
signore di Ai fece delle domande sull'arte di governare.
Il
maestro rispose: Il metodo per governare seguito da Wen e Wu è riportato negli
annali. Se fossero ancora in vita il loro metodo di governo sarebbe palese,
siccome però sono morti, non è più palese.
Il
metodo di governo di chi conosce la norma; è come le piante a cui la terra dà
nascita, come le canne che crescono lungo le rive dei fiumi.
Il
metodo di governare consiste nell'uomo nell'attrarre gli uomini per mezzo di
loro stessi, secondo la norma; e, ancora, regolandola secondo il criterio della
superiorità. É la superiorità che fa l'uomo; Il fulcro di tutto ciò sta
nell'amore verso i genitori.
Giustizia
significa comportarsi nel modo opportuno. La cosa più importante è onorare i
meritevoli. Sono i riti che stabiliscono l'affetto che si deve ai consanguinei e
al parenti secondo la gerarchia i rispetto che va dimostrato ai meritevoli
secondo la giusta graduatoria. Ecco perché il signore deve coltivare se stesso
servendo la propria famiglia. Per essere in grado di servire la propria famiglia
deve saper conoscere gli uomini. Per saper,conoscere gli uomini deve conoscere
le leggi che reggono l'universo.
Per
ogni cosa che esiste sotto il cielo le regole sono cinque e i metodi tre.
Per
ogni cosa che esiste sotto il cielo le cinque regole sono queste: i rapporti tra
il signore e il suddito, tra il padre e i figli, tra il marito e la moglie, tra
il fratello maggiore e il fratello minore, tra gli amici.
Per
ogni cosa che esiste sotto il cielo i tre metodi sono: avere coscienza del
proprio ruolo superiore e quindi della propria missione; avere coraggio;
manifestare verso tutto ciò che esiste sotto il cielo una azione che sia degna
di nota. Applicando questi tre metodi si raggiunge una condizione di unità.
C'è
chi queste cose nasce già conoscendole,c'è chi le assimila con lo studio, e
c'è chi le apprende attraversando prove e difficoltà. In ogni caso, si tratta
sempre della medesima comprensione. C'è chi senza fatica alcuna e con vantaggio
ne fa la base del proprio agire; e c'è chi ci riesce con il sacrificio. In ogni
caso, l'efficacia è sempre la medesima.
Il
maestro disse: Chi ama lo studio è prossimo alla conoscenza, chi ama l'azione
compiuta con energia è prossimo alla superiorità, chi sa provare vergogna è
prossimo al coraggio. Sono queste le tre regole che occorre conoscere, ed è
questo il metodo mediante il quale si coltiva se stessi.
Sapere
come coltivare se stessi è il metodo con cui arrivare al governo degli uomini.
Sapere come governare gli uomini è il metodo con cui arrivare a governare la
famiglia, il regno e ogni cosa sotto il cielo.
Sono
nove le regole seguite da colui che governa la famiglia, il regno e ogni cosa
sotto il cielo.
Queste
regole sono: coltivare se stesso, rispettare i meritevoli, amare la famiglia,
rispettare i grandi dello Stato e avere considerazione per quelli di minore
rango, trattare il popolo come si tratta un bimbo, incoraggiare ogni genere di
attività e di lavoro, mostrare cortesia verso, gli stranieri e cordialità
verso i nobili.
Coltivando
se stesso stabilirà la norma. Rispettando i meritevoli non commetterà errore.
Amando la famiglia non scontenterà i fratelli maggiori e minori. Rispettando i
grandi,dello Stato non commetterà errore. Avendo considerazione per quelli di
minor rango ne sarà contraccambiato. Trattando il popolo come un bimbo
stimolerà tutti a incitarsi l'un l'altro. Incoraggiando ogni genere di
attività e di lavoro potrà utilizzare fino in fondo ogni genere di ricchezza.
Mostrando cortesia verso gli stranieri, li attirerà da ogni dove. Mostrando
cordialità verso i nobili sarà rispettato e temuto ovunque sotto il cielo.
Si
incoraggiano i meritevoli coltivando se stessi, facendo digiuni e indossando per
i sacrifici le vesti più belle, attenendosi ai riti, allontanandosi dagli
adulatori, attribuendo poca importanza alla ricchezza e molta all'azione.
Si
coltiva l'amore tra i famigliari rispettandone la posizione, incrementando il
loro benessere, condividendo i loro apprezzamenti e il loro disprezzo. Si
incoraggiano i grandi dello Stato usufruendo dell'opera di molti funzionari. Si
incitano i funzionari dimostrando fiducia in loro e incrementando il loro
benessere.
Si
incoraggia il popolo stabilendo i tempi per il lavoro e alleggerendo le tasse.
Si
esortano i lavoratori seguendo la loro opera ogni giorno, esaminandola ogni
mese, e retribuendoli secondo il servizio che hanno reso.
Si
onorano gli stranieri e i forestieri andando loro incontro, accompagnandoli alla
partenza, apprezzandone l'esperienza e pazientando se non ne hanno.
Necessario
è inoltre ristabilire la successione in quelle famiglie che ne sono rimaste
prive, dare nuova vitalità a regni che più non ne hanno, riportare l'ordine
dove non c'è più, aiutare i regni che sono in pericolo, regolare a corte le
udienze, essere generosi con chi parte e non avere pretese verso chi arriva.
Colui
che governa la famiglia e il regno e ogni cosa che esiste sotto il cielo ha
queste nove regole e un unico metodo per applicarle.
Se si
predispongono e preparano le cose per tempo, esse arrivano a soluzione;
altrimenti, non riescono.
Una
parola che sia stata meditata per tempo potrà risultare efficace.
Una
cosa che sia stata decisa tempestivamente non avrà problemi.
Un'azione
che sia stata predisposta per tempo risulterà positiva.
Una
norma che sia stata fissata per tempo non risulterà difettosa.
Quando
si occupa una posizione inferiore non si può ottenere la fiducia del superiore
e pertanto non si possono comandare gli uomini: esiste una norma per ottenere la
fiducia del superiore. Chi non dimostra fiducia negli amici, non ha la fiducia
del superiore: esiste una norma per ottenere la fiducia degli amici. Non
obbedire ai propri genitori e non amar i non ottiene la fiducia degli amici:
esiste una norma per obbedire ai propri genitori e amarli. Se esaminiamo
sinceramente noi stessi, non ci consideriamo equilibrati, né persone che
obbediscono ai propri genitori e che li amano veramente: esiste una regola per
essere persone equilibrate. Se non si sa comprendere l'esperienza, non si è
veramente equilibrati!
L’equilibrio
è la norma del Cielo. Raggiungerlo è la norma dell'uomo. (8) Questo equilibrio
privo di costrizioni è il mezzo, e significa raggiungerlo senza affanni. L’uomo
superiore mette in pratica la norma del mezzo senza difficoltà.
Si
giunge a questo equilibrio soppesando, bene l'esperienza e poi attenendovisi
rigorosamente.
Per
ottenere una grande conoscenza occorre apprendere a valutare, a riflettere e ad
agire con molta attenzione, distinguendo con chiarezza e agendo con la
sincerità.
Quando
non si comprende qualcosa, oppure quando pur comprendendola non si riesce a
metterla in pratica, non bisogna desistere. Né bisogna desistere se non si
hanno domande, oppure se si hanno domande prive di risposta. Non bisogna
desistere se non si riesce a distinguere, oppure se si distingue però non con
chiarezza. Né bisogna desistere se non si agisce, oppure se si agisce però non
con la sincerità.
C'è
chi ottiene l'equilibrio in un colpo solo, e chi ci arriva in cento colpi. C'è
chi riesce in dieci colpi, e chi in mille. Questa regola è certamente alla
portata degli, uomini. Così, l'ignorante potrà diventare intelligente, il
debole potrà diventare forte.
§
21 §
La
conoscenza risultante dall'equilibrio si chiama natura. L’equilibrio che
risulta dalla conoscenza si chiama educazione. Quando esiste equilibrio esiste
la conoscenza, e quando esiste la conoscenza esiste l'equilibrio.
§
22 §
Soltanto
i migliori, di ogni cosa che esiste sotto il cielo, sono equilibrati e possono
pertanto manifestare la loro natura in tutta la sua pienezza. Potendo
manifestare in tutta la sua pienezza la loro natura, possono manifestare la
natura degli uomini. Potendo manifestare la natura degli uomini, possono
manifestare la natura di ogni cosa vivente. Potendo manifestare la natura di
ogni cosa vivente possono secondare il Cielo e la terra quando fanno nascere e
quando trasformano. Potendo secondare il Cielo e la terra quando fanno nascere e
quando trasformano, possono partecipare pienamente al Cielo e alla terra.
§
23 §
Chi
viene dietro a queste persone attinge alla loro potenzialità. Ogni
potenzialità deve essere equilibrata. Quando è equilibrata può assumere
forma. Assumendo forma, si manifesta. Quando si manifesta, risplende.
Risplendendo, comincerà a muoversi. Quando si muove causa delle trasformazioni.
Causando delle trasformazioni eserciterà un'influenza. Colui che raggiunge il
vertice dell'equilibrio può esercitare un'influenza su ogni cosa che esiste
sotto il cielo.
§
24 §
Colui
che raggiunge il vertice dell'equilibrio può prevedere le cose.
Un
nuovo regno, quando sta per sorgere, viene sempre annunciato da lieti presagi.
Invece, quando un regno sta per sprofondare, viene sempre accompagnato da strani
avvertimenti. (9) Presagi e avvertimenti possono essere scorti su foglie e gusci
di tartaruga. Quando stanno per sopraggiungere disgrazie o fortune, dentro o
fuori la nostra personale esperienza, le disgrazie e le fortune possono essere
previste.
Perciò,
colui che raggiunge un simile equilibrio è come uno spirito.
§
25 §
L’equilibrio,
così come la norma, sono completi. L’equilibrio è inizio e fine di ogni
creatura che vive senza equilibrio non c'è creatura che possa esistere.
Pertanto, il signore sa apprezzare l'equilibrio.
L’equili,rio
è di per sé completo, e completa ogni creatura che vive. L’uomo è reso
completo dall'essere superiore. Tutti gli uomini sono resi completi dalla
comprensione di ciò. Così opera la natura, così entrano in armonia aspetto
interiore e aspetto esteriore. Pertanto, dev'esserci un tempo idoneo per
l'azione della natura.
§
26 §
L’equilibrio
al suo vertice è inarrestabile. Siccome non si ferma mai, è durevole. Essendo
durevole, si manifesta. Siccome si manifesta, si fa più vasto ed esteso.
Facendosi più vasto ed esteso, diventa ampio e profondo. Siccome diventa ampio
e profondo, si fa grande e splendente.
Nella
sua ampiezza e profondità comprende ogni cosa; nella sua luminosità e
grandezza comprende ogni cosa. Nella sua estensione e durevolezza completa ogni
cosa. E ampio e profondo quanto la terra, vasto e splendente quanto il cielo,
grande e durevole quanto ciò che non ha alcun limite. Pertanto può
manifestarsi senza che sia possibile vederlo, trasforma senza neppure compiere
un gesto, e completa ogni cosa senza nulla agitare.
Il
cielo è soltanto un punticino luminoso, ma nella sua vastità contiene sole,
luna, stelle e ricopre ogni cosa. La terra è soltanto un mucchietto di fango,
ma nella sua vastità e profondità contiene lo svettante Monte Hua senza
risentisse il peso, e fiumi e mari e dunque ogni cosa.
Quel
monte laggiù è soltanto un mucchietto di sassi, ma nella sua altezza e nella
sua vastità fa crescere piante e alberi; gli uccelli e gli altri animali vi
trovano rifugio ed è ricco di preziosissimi tesori.
Quest'acqua
può essere contenuta in un minuscolo cucchiaio, ma nell'incalcolabile sua
vastità nutre le tartarughe grandi e piccole, i coccodrilli e i pesci e
racchiude innumerevoli tesori.
“I1
libro dei canti” afferma: La legge dell'universo è profonda, ed è infinita.
§
27 §
Immensa
è la norma dell'uomo elevato! Si propaga per ogni dove, sta all'origine di ogni
cosa e nutre ogni cosa. E talmente leggera che risale al Cielo. Racchiude i
trecento riti tanto è vasta, e anche le trecento regole del giusto
comportamento. Ma per potere agire necessita dell'uomo giusto.
Pertanto
si è soliti dire: perché la norma possa manifestarsi occorre la giusta azione.
Questa
è la ragione per cui il signore esamina la natura dell'azione, pone domande e
studia. Sviluppa il più possibile la portata dell'azione, ne valuta gli aspetti
meno evidenti e poi si mantiene con costanza in una posizione di mezzo.
Il
signore sa ricordare il passato e capire il presente, e acquista importanza e
stima al cospetto degli altri osservando i riti.
Quando
si trova in una posizione superiore non mostra superbia, e quand'è, in una
posizione inferiore non palesa disubbidienza.
“Il
libro dei canti” dice: L’uomo elevato si salvaguarda grazie alla
comprensione e alla prudenza.
§
28 §
Il
maestro disse: L’uomo volgare che si attiene unicamente al proprio giudizio,
l'uomo inferiore che pretende di addossarsi delle responsabilità, un uomo
d'oggi che vuole applicare le norme antiche - tutti questi incontreranno
inevitabili sciagure.
Solo il
"figlio del Cielo" può decidere riti, leggi, studi - pertanto, in
ogni cosa che esiste sotto il cielo le ruote dei carri sono sempre uguali, i
libri contengono sempre la stessa cultura e le azioni degli uomini obbediscono
sempre al medesimo impulso.
Se al
rango di un uomo non si accompagna la giusta azione, costui non può celebrare
né riti né musiche. Se un uomo compie una data azione, e questa non si
accompagna al giusto rango, costui non può celebrare né riti né musiche.
§
29 §
Il
sovrano di ogni cosa che esiste sotto il cielo riduce il proprio margine di
errore mediante tre cose importanti. Gli imperatori che sono stati non sono
seguiti nonostante la loro esperienza. Non essendo seguiti, non riscuotono
fiducia. Non essendoci questa fiducia, il popolo non ne segue l'esempio. Un uomo
comune, per quanta esperienza abbia, non riscuote onori. Non riscuotendo onori,
non riceve fiducia. Non essendoci questa fiducia, il popolo non ne segue
l'esempio.
Se
dunque la norma del signore ha origine in lui medesimo, lui avrà come seguaci
folle di uomini. Valutato il comportamento dei tre imperatori che lo hanno
preceduto, non riscontra in esso alcun errore. Dopo avere considerato il Cielo e
la terra, non si comporta diversamente da loro. Nei riguardi degli spiriti non
ha dubbio alcuno. Riterrebbe non ingiusto attendere un uomo superiore finanche
cento generazioni.
Il
fatto che nei riguardi degli spiriti non abbia dubbio alcuno, vuol dire che
conosce il Cielo. Il fatto che non riterrebbe ingiusto attendere un uomo
superiore finanche cento generazioni, vuol dire che conosce gli uomini.
Così,
l'azione del signore diventa la regola per ogni cosa che esiste sotto il cielo.
La sua azione e la sua parola divengono legge. I lontani desiderano stargli
vicino, i vicini non si stancano di stargli accanto.
“Il
libro dei canti” afferma: Nessuno lo detesta, nessuno ne è infastidito. Sarà
quindi ricordato per sempre. Soltanto giungendo a questo livello il signore
potrà trovare fama in ogni cosa che esiste sotto il cielo.
§
30 §
Il
maestro seguiva anzi tutto il corso delle stagioni, poi si adeguava all'acqua e
alla terra. Oh, cielo e terra ricoprono e danno riparo a tutte le cose, e danno
loro sostentamento! Oh, le quattro stagioni si susseguono Oh, sole e luna
brillano alternandosi.
Le cose
tutte evolvono senza danneggiarsi l'un l'altra, ognuna segue il suo corso e non
interferisce con l'altra. La più piccola azione si manifesta a mo' di torrente.
Ogni grande azione provoca mutamenti straordinari. Pertanto, si è soliti dire
che cielo e terra sono grandi.
§
31 §
Tra
tutte le cose che esistono sotto il cielo, solamente l'uomo elevato, quand'è al
suo vertice, è capace di manifestare intelligenza, rapidità, discernimento,
capacità di governare. t allora tollerante, generoso, cortese, capace di
autocontrollo. Parco nel mangiare, sano, vive attenendosi al mezzo e sa
manifestare rispetto. É educato, ha cura della propria persona, sa analizzare
ed è in grado di distinguere.
Ha
l'ampiezza e la profondità della primavera che sempre ritorna. Ha l'ampiezza e
la profondità del cielo, dell'abísso e della primavera. Quando si mostra
riscuote il rispetto del popolo. Quando parla, il popolo gli crede. Quando
agisce, il poolo lo stima.
La sua
fama si propaga ovunque nel regno e raggiunge i barbari del settentrione e dei
meridione. Ovunque l'uomo viaggi e lavori, ovunque il cielo ricopra e la terra
sostenga, ovunque sole e luna rischiarano con la loro luce, ovunque ci siano
rugiada e brina - ovunque l'uomo elevato raccoglie rispetto. Pertanto, si è
soliti dire che è come il Cielo.
§
32 §
Ovunque
sotto il cielo solo chi ha ottenuto l'equilibrio può fissare le norme che
regolano le attività umane, può decidere l'essenziale e conoscere l'azione di
Cielo e terra che produce e nutre ogni cosa. Come potrebbe costui ricercare
qualcosa fuori da sé medesimo?
Sua è
difatti una superiorità vera e profonda e vasta. Chi sa conoscere l'uomo
superiore se non colui che è a sua volta solido, acuto, pieno di intelligenza e
che sa riproporre l'azione del Cielo per quanto difficile sia da comprendere?
§
33 §
“Il
libro dei canti” afferma: Sopra l'abito di seta indossa una semplice veste,
così non ostenterai i lusso. Allo stesso modo l'uomo elevato nasconde la norma
e ciò nonostante essa si manifesta in lui sempre di più. L’uomo comune,
invece, esibisce la propria e ciò nonostante essa si attenua in lui sempre di
più. Il signore sa rendere insapore la propria norma così da non disgustare
nessuno - la rende semplice e però ricca, cortese e però granitica.
Le cose
lontane nascono da quelle vicine. Ciò che si manifesta scaturisce da ciò che
non si manifesta.
“Il
libro dei canti” dice: Pur sprofondandosi e nascondendosi, l'uomo elevato è
sempre visibile. Il signore è contento quando, esaminandosi, si vede privo di
errore. Ha cura di sé anche laddove gli uomini non possono vederlo.
“Il
libro dei canti” dice: Abbi cura affinché nella tua casa, anche nel più
riposto cortiletto, non vi sia motivo di vergogna. Pertanto, anche se non si
muove il signore ottiene rispetto, e anche se non parla ottiene fiducia.
“Il
libro dei canti” afferma: Fate le offerte senza dirlo, così da non provocare
disagio. Pertanto, il signore non ricompensa nessun uomo e ciò nonostante il
popolo si sente stimolato. Il signore sa farsi rispettarsi senza palesare
collera.
“Il
libro dei canti” dice: Non serve esibire l'azione perché sia imitata.
Pertanto, il signore si comporta lealmente e con rispetto, e ogni cosa che
esiste sotto il cielo sta nella pace.
“Il
libro dei canti” dice: Non importa che abbia voce e volto ciò che può
influenzare il popolo.
L’azione
è lieve come piuma, ma la piuma ha dimensioni. L’azione del Cielo non ha voce
e non ha odore - ed è questo il massimo!
Note
a << IL COSTANTE MEZZO >>
1.
Ciung ni: nome da adulto di Confucio. Ai tempi in cui visse, era tradizione in
Cina conferire a ogni bambino un nome d'infanzia, detto ming. A vent'anni
riceveva un nome d'adulto, detto tse. In famiglia le persone continuavano a
essere chiamate confidenzialmente con il nome d'infanzia. Fuori dalla famiglia e
negli atti ufficiali venivano invece chiamate con il nome di adulto.
2. Il
maestro: cioè Confucio.
3.
L'uomo elevato: nei testi confuciani ricorre il termine “uomo elevato" e,
più frequentemente, "uomo superiore". Il termine originale è quello
cinese di Scieng e sta per uomo di grande elevazione spirituale, santo o,
appunto, confuciano. Nelle traduzioni in varie lingue occidentali (inglese,
francese, tedesco ecc.) dei testi confuciani il termine è tradotto anche come
"uomo saggio", "uomo sacro". In ogni caso, incontrando
termini quali “superiorità”, “uomo superiore" ecc., è bene
riferirsi sempre a concetti quali "elevazione spirituale", “uomo
spiritualmente elevato" ecc.
4. In
Cina era viva la convinzione dell'esistenza di un mondo spirituale, e quindi di
entità spirituali che agivano sul mondo materiale influenzandolo. Gli spiriti,
secondo i cinesi, erano essenzialmente di due generi: quelli che esprimevano,
personificandole, le forze della natura; e gli spiriti dei defunti. Gli antichi
cinesi ritenevano che questi spiriti intervenissero nelle opere e anche nei
pensieri degli uomini.
5. Tra
i quattro mari: espressione tipicamente cinese per indicare il mondo nella sua
vastità e interezza.
6.
Confucio distingue tra il popolo e gli uomini, attribuendo il titolo di
"uomo" a quella persona che ha raggiunto la superiorità ovvero
l'elevazione spirituale.
7. Nel
pensiero e nella pratica del confucianesimo rito non ha solo un significato
religioso. Il termine rito si riferisce a tutto quel consistentissimo e
severissimo insieme di cerimoniali che regolavano la vita politica e ufficiale,
e che serviva a ordinare e sottolineare ogni aspetto della vita della società e
del popolo. I riti, quindi, divenivano un mezzo per spezzettare, spiegare e
disciplinare il corso della esistenza collettiva e individuale. Imponevano con
rigore estremo a ognuno la consapevolezza di ogni azione espletata e subita.
Sarà, poi, il taoismo, con la sua carica dirompente e
"rivoluzionaria" rispetto alla rigidità confuciana, a porre in dubbio
il rito inteso in tale accezione.
8.
L'equilibrio: la parola cinese cen è tradotta come "equilibrio" o
"stato, condizione di equilibrio". Nelle varie traduzioni dei testi
confuciani nelle diverse lingue occidentali, questo stesso termine è tradotto
anche come "sincerità", "sincerità assoluta",
"integrità", "bontà". Si tende ora a preferire il termine
"equilibrio" in quanto più prossimo al concetto di "posizione di
mezzo" che è costante nel pensiero di Confucio.
9.
Nell'antica Cina gli indovini esaminavano le foglie di certe piante e, appunto,
i gusci delle tartarughe.
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