Da
sempre il re della foresta,
il leone, è così chiamato.
Però Leo, il piccolo
cucciolo di leone, con la
sua superbia e vanità,
prendeva in giro gli altri
animali. E diceva così:
“Sono io il re della
foresta, voi siete i miei
sudditi, cioè inferiori a
me in tutto, quindi mi
dovete ubbidire, venerare, e
stare ai miei ordini
altrimenti vi farò passare
dei guai a non finire”.
Così intimoriti, Anti
l’antilope e Bambo il
cerbiatto, per un po’
stettero ai ricatti di Leo.
Se giocavano insieme
l’antilope dalle lunghe
zampe cadeva in profonde
buche-tranello ricoperte di
foglie in modo da essere
proprio inevitabili. Che
fatica uscire da quelle
buche e perdere la corsa….
“Questa corsa è
truccata” diceva Anti,
“Non vale, lo sai
benissimo caro Leo che in
velocità ti batto”.
“Neanche per sogno, mia
cara devi rassegnarti ad
arrivare dopo di me” Anche
Bambo si lamentava per
l’ingiustizia, doveva
subire quando per la gara
del salto in alto Leo
sceglieva un terreno così
sassoso che anche le zampe
più forti non ce la
facevano a muoversi.
Un giorno, stufi per
l’ingiustizia della
cattiveria di Leo, Bambo e
Anti decisero di vendicarsi
e umiliarlo.
Studiarono una strategia
infallibile con Giaffi, la
giraffa dal collo lungo, che
mangiava beatamente le
foglie degli alberi.
Organizzarono una gara di
corsa come al solito, ma il
vincitore questa volta non
fu il piccolo leoncino.
Infatti Giaffi, con il suo
lungo collo prese un ramo e
lo abbassò fino a terra nel
punto dove Leo doveva
passare a tutta velocità e
…..zac!
Cari amici che botta alle
zampe e Leo cadde ruzzolando
per lo sgambetto. Sembrava
non fermarsi più. Pieno di
bernoccoli e camminando a
stento il leoncino si mise
la coda fra le zampe,
s’allontanò
arrabbiatissimo.
In quel momento il più
debole era proprio lui, re
di un bel ….. niente.
“Se vuoi giocare ancora
con noi devi essere leale ed
abbassare …. la …
criniera”.
Da quel giorno nella foresta
le cose cambiarono, non
c’era più rivalità tra
di loro,
ma solo lealtà, amicizia e
una sana competitività.
NATALINA
PAROLO |