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CLEMENTE X, Emilio Bonaventura Altieri, romano (1590-1676)
( Pontificato 1670-1676 )

EMILIO Bonaventura ALTIERI nasce a Roma il 12 luglio 1590, discendente di un'antica famiglia romana. Viene educato presso il Collegio Romano dove consegue il dottorato in giurisprudenza. Nel 1623 è nominato Uditore della Nunziatura in Polonia, dove vi trascorrerà qualche anno, e nel 1624 è ordinato prete. In seguito alla rinuncia del fratello Giovanni Battista, il 26 novembre del 1627 è nominato vescovo di Camerino, incarico che ricopre fino al 1666. In seguito fu nominato Nunzio Apostolico a Napoli e in Polonia. Ritornato a Roma nel 1654, nel 1657 è nominato da Alessandro VII Segretario della Congregazione dei Vescovi e dei Regolari; nel novembre 1669 Clemente IX lo crea cardinale. 

Poche settimane dopo, nel mese di dicembre, alla morte del pontefice si apre un nuovo conclave. Più di quattro mesi furono necessari per trovare il successore, perché i veti imposti dalla Francia e dalla Spagna resero vani i tentativi di accordo, ma alla fine la scelta cadde sul cardinale Altieri che, alla veneranda età di 80 anni, è eletto il 29 aprile 1670. Forse è per significare la continuità dell'operato con il suo predecessore che sceglie di chiamarsi CLEMENTE X.

Consapevole della sua età, in un periodo di frattura tra i porporati francesi (card. Brancaccio) e quelli spagnoli (card. d'Elce), Clemente X lasciò il governo della Chiesa nelle mani del Cardinale PALUZZO PALUZZI degli ALBERTONI (1623-1698), suo nipote acquisito, al quale trasmise il cognome e i beni familiari, e a Gaspare Albertoni, marito della pronipote. Ma la scelta si rivelò infelice: non solo il Cardinale assunse il pieno controllo degli affari, ma non esitò ad abusare del proprio potere. Pasquino si chiedeva, sarcastico: "Qual di loro fosse papa io non so bene: ché il primo ebbe il potere e l'altro il nome. Lui c'è per benedire e santificare e quell'altro per reggere e governare".

Durante il suo pontificato cercò di pacificare i rapporti tra Francia e Spagna; intervenne nella guerra tra Francia e Olanda, tentando in ogni modo di favorire i negoziati di pace, ma le dure reazioni di Luigi XIV portarono ad un ulteriore aggravamento delle tensioni giurisdizionali tra la Santa Sede e la Corte. Altro motivo di preoccupazione gli fu dato dalla Polonia, dove le discordie interne avevano favorito Maometto IV che ne aveva approfittato per impadronirsi di alcune fortezze. Con l'appoggio del Cardinale Odescalchi (il futuro Innocenzo XI), Clemente X aiutò finanziariamente Giovanni Sobieski, che riuscì a riportare sui musulmani diverse vittorie.

Clemente X fu anche il papa che indisse, con la bolla "Ad apostolicae vocis oraculum" del 16 aprile 1674, il Giubileo del 1675 (ma ne aveva già indetti in precedenza altri due straordinari). Alla cerimonia d'apertura dell'Anno Santo fu inaugurato il tabernacolo di bronzo della Basilica di san Pietro, i cui lavori erano iniziati nel 1672 ad opera del Bernini. I romani, generosamente, per favorire le varie iniziative in aiuto ai pellegrini, si prodigarono per raccogliere indumenti, viveri e denaro e in particolare fornirono per la prima volta coperte di lana alle Confraternite e agli Ospizi. La mattina di Pasqua dell'anno giubilare in Piazza Navona si svolse una solenne cerimonia alla quale partecipò anche la regina Cristina di Svezia: ai lati della fontana vennero elevati due enormi macchine a forma di mausoleo, sulle quali troneggiavano le statue del Cristo Redentore e della Vergine Maria.

Inoltre, secondo un progetto commissionato dal Papa Alessandro VII al Bernini, in occasione di questo Giubileo, Clemente X inaugurò piazza San Pietro.

(qui in un' incisione del Piranesi di qualche anno dopo)

Così molti viaggiatori giunsero a Roma non solo per assistere al Giubileo, ma anche per visitare i monumenti restaurati per questo evento. É rimasto nelle cronache dell'epoca la cena offerta dal papa a circa 10.000 pellegrini la sera del Giovedì Santo di quel Giubileo.

Durante questo Anno Santo il Papa riconfermò il divieto di aumentare i prezzi degli alloggi e vietò gli sfratti. Inoltre sospese le lotte dei tori nel Colosseo e vi fece erigere una grande croce nel centro. Fece restaurare ed abbellire numerose chiese e commissionò alcune opere che danno l'impressione dell'interiorità e della passione: il monumento alla Beata Ludovica Albertoni in San Francesco a Ripa e gli Angeli nella Cappella del Sacramento in San Pietro. Ingrandì il Palazzo romano della famiglia Altieri, iniziato da suo fratello: grandioso all'interno è l'affresco eseguito da Carlo Maratta raffigurante il Trionfo della Clemenza, eseguito per ordine dello stesso pontefice. Canonizzò diversi santi, fra cui nel 1671, Gaetano da Thiene, Francesco Borgia e Rosa da Lima, la prima santa dell'America Latina.

Si spense a 86 anni, assistito da molti cardinali e dalla regina Cristina di Svezia, il 22 giugno 1676.

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