Come accennato nella sua biografia, la morte di Gregorio IX , anche se fu accolta da Federico con "villana letizia"- lasciò al suo successore una pesante eredità, ma non per questo fu per Federico una fortuna, perchè questa andava e veniva - e la dipartita di Gregorio non è che fece cessare la guerra tra il Papato e l'Impero, anche se Federico voleva dimostrare l'incontrario.
Infatti, l'imperatore per far credere che non contro la Chiesa aveva lottato, ma contro il Papa, lasciò con il suo esercito Grottaferrata e andò ad accamparsi a Tivoli, e per provare con i fatti di essere animato da intenzioni pacifiche mandò liberi a Roma, perché partecipassero al conclave, i due cardinali fatti prigionieri alla battaglia dell'isola del Giglio, facendosi però promettere - e la promessa fu mantenuta - che, dopo l'elezione, sarebbero tornati nella prigione di Capua.
Da soli dieci cardinali (più i due liberati) era costituito il conclave riunito a fine agosto nel monastero del Septizonio a Roma per eleggere il nuovo papa. Sembrava che lo scarso numero dei porporati oltre la clausura a loro imposta dovesse render più sollecita l'elezione del nuovo Pontefice e invece non fu facile per mettersi d'accordo, perché alcuni sostenevano la scelta di un Papa moderato, altri, insistendo sull'opportunità di un Pontefice che continuasse la politica intransigente di Gregorio, proponevano che si eleggesse il cardinale ROMANO, vescovo di Porto, ostile a Federico II.
Dopo due mesi di discussioni, non potendo più tollerare la clausura del Septizonio - imposta dal capo del Comune il senatore in carica Matteo Rosso - diventata insopportabile per il caldo e le malattie (un cardinale non sopravvisse), i due partiti si accordarono, stabilendo di eleggere un Papa di transizione. La scelta cadde sul cardinale GOFFREDO da CASTIGLIONE, che il 25 ottobre una volta eletto prese il nome di CELESTINO IV.
Goffredo era figlio di Giovanni Castiglioni e di Cassabdra Crivelli, sorella di Urbano III, monaco del monastero di Altacomba, dove scrisse la storia del regno di Scozia, poi cardinale del titolo di S. Marco e vescovo di Sabina
Ma vecchio e infermo com'era lasciò il soglio a soli 17 giorni della sua elezione, perchè morì il successivo 10 novembre del 1241, prima ancora di essere consacrato. Gli altri otto cardinali l'avevano abbastanza previsto questa dipartita, infatti appena il loro collega era stato eletto, convinti di dover tornare dopo pochi giorni alla micidiale clausura del Septizonio per rieleggere un nuovo papa, non attesero nemmeno la consacrazione di Celestino, abbandonarono subito Roma.
Celestino alla sua morte fu sepolto in San Pietro e, anche se non era stato consacrato, la Chiesa nel suo Annuario pontificio lo annovera nel numero dei papi.
Dopo una lunghissima (due anni) e travagliata elezione, il successore di Celestino fu...
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