Con il corpo di Callisto ancora caldo (era morto il 13 dicembre) ma non si aspettarono - com'era stato concordato - nemmeno i tre giorni per procedere alla elezione del suo successore; i Frangipani (del partito imperiale) il 15 avevano già eletto il "loro" papa: Lamberto di Ostia.
Se il partito imperiale era rappresentato dai Frangipani guidato dal cardinale Aimerico, quello filo-papale era capitanato dai Pierleoni (di origine giudaica, ricchissimi e potenti); questi fatti riunire i cardinali in Laterano, avevano pure loro eletto "loro" papa Teobaldo di Boccadipecora col nome di Celestino II. Questi aveva appena accettato la nomina, quando Roberto Frangipane, apparso in Laterano con uno stuolo d'armati, avventandosi contro destituisce con la forza Teobaldo, e riconferma Papa Lamberto di Ostia, originario di Fagnana, presso Imola, cardinale al tempo di Pasquale II, compagno d'esilio di Gelasio II, uno degli esecutori del concordato di Worms, consigliere quindi di Callisto II.
Dunque da un atto di violenza commesso daI Francipani fu decisa l'elezione del nuovo Pontefice. Teobaldo che nello scontro era stato anche ferito, morirà pochi giorni dopo, mentre Lamberto di Ostia fu, sei giorni dopo, il 21 dicembre consacrato con il nome di Onorio II.
La lotta delle due fazioni e quindi lo scisma, fu scongiurato non solo per la soccombenza di Teobaldo ma anche per l'onestà di Lamberto. Il primo subendo un atto di forza dovette rinunciare alla dignità, il secondo, non essendo stata del tutto regolare la sua elezione, ritenne di deporre le insegne; ma poi fu all'unanimità dai servili cardinali riconfermato. Lamberto fu consacrato il 21 dicembre del 1124 col nome di ONORIO II.
Sei mesi dopo la morte di Callisto II, e dall'elezione di Onorio, di ritorno da una campagna contro la Francia alla quale aveva partecipato come alleato del re d'Inghilterra, suo suocero, ENRICO V cessava di vivere ad Utrecht il 23 maggio del 1125.
Enrico V aveva appena 44 anni, ed era l'ultimo della casa salica, che con lui si spegneva dopo avere regnato per 101 anni sulla Germania e sull'Italia.
La corona -come vedremo - sta per passare, com'era già prevedibile, alla potente famiglia degli HOHENSTAUFEN (Svevi) non senza contrasti con la famiglia della Sassonia.
Di questi contrasti approfittarono molte città italiane per trarne profitto, e metteranno fatalmente di fronte l'Impero e i Comuni; vale a dire un'altra lotta più aspra e più lunga tra la forza e il diritto, tra la libertà e il dispotismo. Lotte che se faranno scrivere a molti borghi d'Italia pagine di storia senza eguali, lasceranno in futuro, indistruttibilmente nelle coscienze delle successive generazioni, ricordi che sembrano legati al Dna degli abitanti di quelle città.
Spesso ancora oggi, quella che è definito "esasperato campanilismo" (con rancori, odi, disprezzi, risentimenti, rivalse, grulle vendette) ha la sua origine proprio da queste lotte fra Comuni, che spesso erano città molto vicine, ma che le sorti affidavano a questo o a quel potente signore, la propria prosperità e la pace, la miseria e la guerra; spesso ad oltranza, gli uni abbattendo le mura delle difese, gli altri erigendole per difendersi.
Nel suo quinquennale pontificato, Onorio seppe comunque farsi ben volere da entrambi le fazioni. Nessuna insurrezione turbò i suoi anni. Nemmeno la morte di Carlo V aveva innescato incidenti, anzi al trono di Germania quando vi salì Lotario di Sassonia, alla delegazione che si era recata a Roma, Onorio diede il suo consenso; l'incoronazione l'avrebbe fatta poi più avanti.
Onorio ebbe così modo di occuparsi delle cose d'Italia. E fra queste dovette intervenire negli affari del monastero di Farfa; risolvere la questione che si era innescata a Cluny per la nomina del nuovo abate; infine dovette andare a Montecassino a deporre Oderisio, che nel suo monastero dava ancora protezione all'antipapa Gregorio VIII e non riconosceva Onorio, che invece lo scomunicò, anche se Oderisio aveva dalla sua parte molti monaci del monastero. Alla fine cedette e il monastero fu affidato all'abate Nicola, non senza anche lui una disputa con l'abate Seniorietto.
Altro gravoso fastidio gli fu dato con la morte di Guglielmo duca di Puglia, che morto il 26 luglio 1127, essendo senza prole, Ruggero II di Sicilia (che era suo cugino) avanzò pretese sulla sua eredità, non rispettando i diritti che aveva invece Boemondo II allora come crociato in Palestina, e senza rispettare la volontà del papa supremo signore feudale di quelle terre.
Ruggero aveva ereditato da suo padre Ruggero I una Sicilia completamente libera dagli Arabi. E proprio per questo pretendeva di essere l'unico erede naturale di Guglielmo. Ma questa sua pretesa era considerata dal papa una indebita appropriazione, cioè Onorio voleva che quelle terre tornassero in possesso della Chiesa, sotto la sovranità pontificia.
Onorio scese di persona in Puglia e a Troia pronunciò la scomunica contro Ruggero e tentò pure di muovergli guerra convinto che molti signori l'avrebbero appoggiato. Ruggerò non rispose alla provocazione e cercò di tirare alla lunga le cose, fin quando morto in Palestina Boemondo, il papa non più appoggiato dai signori locali, fu
costretto a nel luglio 1128 a concludere con Ruggero una pace. Le concessioni fatte sulla linea del compromesso, diede al papa l'opportunità di recuperare qualche dominio in terra di Puglia, ma non riuscì ad impedire il formarsi di una monarchia napoletana.
Nel frattempo in Germania contro Lotario di Sassonia, iniziavano a lottare gli Hohenstaufen con in testa Corrado. Questi dai vescovi tedeschi nel natale del 1127 fu scomunicato; anatema poi confermato da papa Onorio II il 22 aprile 1128, che riconfermò così la nomina a Lotario di Sassonia.
Corrado però trovò aiuto a Milano nell'arcivescovo Anselmo, già da tempo in contrasto con Onorio, che al ribelle arcivescovo e quindi ai milanesi voleva imporre il pallio. Di questi contrasti ne approfittò appunto Corrado che sceso a Milano, accolto con gran pompa, ovviamente si aspettava di ricevere dal potente clero milanese la corona di imperatore e di re. Anselmo a quel punto volle temporeggiare, si allontanò da Milano rifugiandosi al suo castello di Brebia. Ma fu inutile, perchè una delegazione di milanesi raggiunse il castello annunciandogli che a Milano popolo e preti avevano deciso di incoronare Corrado. Tornato a Monza il 29 giugno 1128 Anselmo nella basilica di S. Ambrogio incoronò Corrado.
Ovviamente a Roma a partire dai primi mesi del 1129, Onorio scrisse a diversi vescovi lombardi rimproverando l'incoronazione fatta da Anselmo a Corrado e ribadendo che il legittimo re rimaneva Lotario.
Un appoggio in Lombardia Onorio l'aveva, ed era il suo legato, il cardinale Giovanni di Crema, che dandosi molto da fare, a Pavia adunò un concilio di vescovi filo-papali, per giudicare Anselmo e che sortì in una scomunica. L'appoggio inoltre lo ottenne anche dai Pavesi, Cremonesi e Novaresi da tempo in lotta con la capitale lombarda, e che videro una buona occasione per dichiarare guerra ai Milanesi, che come abbiamo visto erano per la maggior parte schierati per Corrado e Anselmo.
La miglior cosa -prima che la questione degenerasse in una lotta fra città - la fece Corrado che non proprio convinto di quella incoronazione, lasciò MIlano e se ne tornò in Germania.
Oltre che occuparsi di cose italiane, Onorio prese viva parte al movimento delle Crociate e nel 1128 approvò l'Ordine dei Templari destinati a salvaguardare i pellegrini che andavano in
Terra santa.
Qualche fastidio lo diede anche Pietro Abelardo, ma prima di risolvere le agitate questioni, sentendosi mancare si fece trasportare al monastero di S. Gregorio, e lì iniziò ad agonizzare, poi il 13 febbraio 1130 moriva; e mentre la sua salma veniva portata a S. Giovanni, già nelle vie di Roma i seguaci dei due partiti si azzuffavano per la nomina del successore.
Non era la prima volta, e nemmeno sarà l'ultima. I Frangipani e i Pierleoni erano due potenti famiglie, i primi avevano l'appoggio del collegio dei cardinali, i secondi di origine giudaica erano con tempo divenuti ricchissimi e potenti. Così potenti che il loro maggior rappresentante - Pietro Pierleoni - molto ambizioso, fin dall'elezione di Onorio, mirava al pontificato. Dunque si preparava alla rivincita rompendo quella tregua che c'era stata negli ultimi cinque anni.
Inutilmente, perchè nella stessa notte del 13-14 febbraio 1130 i Frangipane con i loro cardinali, nel chiuso della rocca della potente famiglia, in una sorte di "conclave" eleggevano Gregorio Papareschi, che assumeva il nome di.....
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