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VITTORE III, Dauferio, di Benevento (1086-1087)

Al secolo Desiderio, nato a Benevento ed abate della basilica di Montecassino, egli fu sicuramente proposto dal principe Giordano di Capua, ma tra i suoi sostenitori vi fu anche Matilde di Canossa (non certamente poco importante all'epoca dopo la debacle di Enrico IV presso il castello di Canossa, dove matilde aveva le sue terre di Toscana e Lorena, in quanto figlia di Bonifacio, marchese di Toscana e di Beatrice di Lotaringia, sposa di Goffredo il Gobbo duca di Lorena).
Stante come stavano le cose socio-economiche nonchè le questioni religiose volute dai suoi predecessori riformisti, o forse più probabilmente per motivi di effettiva religiosità asceta, Desiderio, nonostante le pressioni rifiutò. Egli sosteneva infatti che solo un concilio lo avrebbe costretto a ricevere la consacrazione.
Ma tante e tali furono le pressioni degli stessi cardinali italiani che alla fine fu convinto ad andare a Roma almeno per la Pasqua del 1086, dopodichè il 24 maggio avvenne la sua elezione, per la quale assunse il nome di Vittore III.
Andirivieni ed opposti veti incrociati tra il principe di Capua e Roberto il Guiscardo scatenarono però lotte ed insurrezioni interne ai normanni ed il pontefice, già restio per principio non fece altro che raggiungere via mare Terracina, dove si spogliò delle insegne papali, pensando di ritornare a vita monastica.
Ritornò però ben presto alla carica il principe di Capua il quale, accordatosi definitivamente con Roberto il Guiscardo , su pressioni di Matilde di Canossa al fine di promuovere un nuovo concilio, quello del marzo 1087 a Capua, anche per scongiurare il nuovo reinsediamento di Clemente III, reinsediatosi in Laterano con l'appoggio imperiale di Enrico IV.
Alla fine Vittore III fu consacrato papa il 9 maggio 1087, ma non si insedio nella cattedra di San Pietro, sotto scorta di Matilde di Canossa stabilì la sua cattedra sull' isola Tiberina ( parte di Roma sul fiume Tevere), dove però il vecchio abate si ammalò, mentre l'antipapa Clemente III scorribandava per Roma avendo fissato la sua dimora in Castel Sant'Angelo.
Vittore III, ormai alle soglie della morte, riuscì però a decretare alcune funzioni essenziali, attraverso il concilio di Benevento tenutosi tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre dello stesso anno. In pratica, egli definì per sempre la scomunica di Clemente III, rinnovò i canoni della riforma e bandì un appello a tutti i cristiani contro l'imperversare dell'Islam in Nord Africa e nella menisola Iberica, per il quale appello risposero le città di Amalfi, Pisa e Genova che riuscirono ad imporre il proprio dominio sulla città di Mahdia (nell'odierna Tunisia).
Vittore III si spense nella sua abbazia a Montecassino il 16 settembre 1087, ove tuttora dovrebbe riposare a dispetto dei bombardamenti avvenuti durante la II guerra mondiale. Vittore III fu beatificato solamente nel 1887 (nda: forse avrebbe dovuto avere un maggior tributo, sia in termini di fede che di umiltà!).

Nel frattempo a Venezia fu insediato il XXIII doge: Vitale Falier (1084-1085) vedi: Biografie Dogi
Amalfi in quegli anni si stava spegnendo a causa delle oppressioni normanne e delle continue scorribande di Pisa, dalla quale sarà definitivamente saccheggiata nel 1135.
Genova stava appena nascendo economicamente, commercialmente e politicamente impostata sulla gestione veneziana, il suo primo doge a vita fu Simon Boccanegra( X secolo).

Ad oriente il sultano Seljuk, dopo aver messo in serie difficoltà l'impero romano d'oriente, elesse la capitale a Konya (bellissima città della Turchia asiatica posta nel bacino del Taro).

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