Giovanni Graziano
dei Pierleoni, arcivescovo della diocesi di San Giovanni a Porta Latina, fu
eletto papa, non si sa bene da chi e dopo aver comperato il soglio da
Benedetto IX, il 5 maggio 1045 con il nome di Gregorio IV.
Sull’acquisto della Cattedra di San Pietro la cronaca volle che vi fossero
pareri discordanti, ovvero che quel mercanteggiamento non dovesse ritenersi
una simonia vera e propria, quanto piuttosto un mezzo per togliere di mezzo
Benedetto IX che aveva portato la Chiesa e la capitale al totale sfacelo.
Gli assassini erano all’ordine del giorno, le chiese lasciate a decadere
ed i preti a gozzovigliare, le strade erano infestate da briganti che
assalivano i pellegrini derubandoli di ogni avere. La stessa nobiltà romana
si lasciò andare alle cose più turpi.
Quello stato di cose non poteva più essere sopportato da preti e gente per
bene, e fu per questo che Gregorio VI essendo un uomo timorato di Dio pensò
di acquistare il soglio papale per poter poi affrontare la questione con una
riforma della Chiesa. Ma nelle intenzioni fu preceduto da Enrico III che
attraverso il concilio di Sutri del 20 settembre 1046 fece deporre tutti i
pontefici che per un motivo o per l’altro risultavano ancora in carica.
Gregorio VI ammise la sua simonia e fu invitato ad abdicare, morì in esilio
a Colonia presso un monastero sulle rive del Reno e sotto diretta custodia
del vescovo Ermanno. Non è dato sapere dove fu sepolto.
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