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GIOVANNI XII. Ottaviano, dei Tuscolo (955-964)

Giovanni XII, nonostante gli editti e le bolle di qualche secolo precedente a proposito del cambio di nome, questo fu solo il secondo papa a cambiare il proprio nome dopo la propria elezione. In effetti egli non era altri che Ottaviano, nato intorno al 937, figlio di Alberico e probabilmente fratellastro di Alberico II.
Piuttosto che un'educazione clericale ebbe una comune introduzione al mondo della nobiltà dell'epoca. Verso i diciotto o al massimo vent'anni assunse la carica di princeps e senator di Roma, negli altri due anni successivi e al preludio della massima carica cristiana percorse rapidamente la carriera ecclesiastica essendo stato nominato dal suo predecessore, Agapito: prima diacono poi prete ed infine cardinale.

Ottaviano, dunque con il nome di Giovanni XII salì il soglio pontificio il 16 dicembre del 955, riassumendo in se sia il potere religioso che quello temporale.

Con il pontificato di Giovanni la cristianità raggiunse probabilmente uno dei più bassi livelli morali. Seguendo l'esempio del suo massimo esponente, la prostituzione sia etero che omosessuale dilagò in tutti i ceti sociali. La socialità e la solidarietà vennero dimenticate per lasciar posto ai singoli appetiti individuali.

La leggenda vuole che il pontefice "ragazzo" si sia comportato peggio di Calligola avendo nominato al senato un proprio cavallo, regalato vasi sacri a prostitute di più o meno alto lignaggio fino a proclamare vescovo un bambino di dieci anni al quale fu particolarmente "affezionato".

Altrettanto scellerata fu la sua condotta politica, nel tentativo di espandere il suo dominio come un qualsiasi principe medievale, si scontrò contro armate ed uomini non del tutto spaventati dal suo modo di agire.
La sua prima sconfitta avvenne presso Ravenna nel tentativo di riconquistare l'Esarcato, per opera di Berengario e di suo figlio Adalberto.
La grave sconfitta gli procurò il sentimento della vendetta, pertanto al suo rientro a Roma si pose a capo della nobiltà filo-germanica. Ottone, re di Germania rientrato in Italia si accampò col suo esercito presso i "prati neronei" il 31 gennaio 962 ed il 2 febbraio entrò in Roma per essere incoronato imperatore la notte del 13 febbraio.

Dopo la partenza di Ottone, Giovanni XII cambiò nuovamente bandiera ed anche se non apertamente riappoggiò gli indipendentisti e quindi Berengario. Sin dalla primavera del 963, alcuni messi pontifici latori di missive antimperiali furono intercettati da cavalieri imperiali. Ottone diresse quindi, il proprio esercito verso San Leo di Montefeltro (attualmente in provincia di Pesaro). Per contro, Giovanni XII minacciò di scomunica l'imperatore a causa della sua invasione.

Alcuni emissari filo- pontificali riuscirono a fuggire da San Leo volgendo a sud con un manipolo di cavalieri, in cerca di appoggi politici presso la nobiltà meridionale ma anche presso gli stessi saraceni, e presso rappresentanti dell'impero di Bisanzio, sempre presenti ancorchè in veste di commercianti.

Ottone a questo punto diresse direttamente su Roma e si fece vedere sulla riva destra del Tevere dove a fronteggiarlo vi fu proprio Giovanni XII montato a cavallo con corazza, elmo e cimiero dal colore delle insegne pontificie.
Dopo essersi posto in vista l'imperatore ed il suo esercito si ritirarono fino a scomparire, mentre la fazione imperiale, all'interno alle mura aveva già stava spaccando in due la città .

Il 2 novembre, 963 Ottone entrò in Roma con al seguito uno stuolo di vescovi e cardinali del nord Italia per indire un concilio, mentre Giovanni XII fuggì prima a Tivoli e poi in Corsica con tutto il tesoro della Chiesa.
Il concilio produsse in effetti un atto di accusa gravissimo, secondo la leggenda, ad egli furono imputati moltissimi capi d' accusa oltre aver vilipeso il trattato cosiddetto del privilegium ottononianum : omicidio, sacrilegio, falsità ed infamia per aver invocato zeus, venere ed altri demoni, incesto ed omosessualità.
Giovanni XII, informato dell'esito del concilio, rispose con una scomunica perentoria ed alquanto sbrigativa, senza alcuna difesa per se e per lo scranno occupato.

Naturalmente Ottone ed il suo clero al seguito sconfessarono la risposta di Giovanni XII ed il 6 dicembre 963 dopo averlo deposto elessero Leone VIII.
Dal suo esilio l'ex pontefice riuscì comunque a fomentare alcune rivolte in Roma, sempre finite con un bagno di sangue, ma alla partenza di Ottone e del suo esercito diretto a Camerino , la rivolta capitanata dallo stesso Giovanni XII rientrato dall'esilio, costrinse il neo eletto a trovare riparo presso Adalberto di Spoleto principe fidato dell'imperatore.

Il 26 febbraio 964, alla sola presenza di 16 vescovi Giovanni XII convocò un nuovo concilio al fine di far dichiarare nullo il concilio precedente e dichiarare deposto Leone VIII (11 vescovi su 16 avevano precedentemente sottoscritto la deposizione dello stesso Giovanni XII e pena la propria vita e quella dei propri famigliari furono costretti a ritrattare).
Il reinsediamento di Giovanni XII provocò moltissimi lutti e moltissime mutilazioni, prima che Ottone, dopo la celebrazione della pasqua decidesse di muovere nuovamente verso Roma dove però arrivò, solamente dopo la morte dello stesso Giovanni XII.

La leggenda vuole che il suo decesso sia stato determinato dal marito di una certa Stefanetta, il quale scoperta la tresca in flagranza, non esitò a gettare Giovanni XII dalla finestra, provocandone la morte.
Sempre la leggenda vuole che nonostante tutto il suo antagonista e successore abbia disposto la sepoltura in San Giovanni in Laterano.

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