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BENEDETTO IV, romano (900-903)

Fu consacrato tra gennaio e febbraio del 900. Figlio del romano Mammolo, nacque nella capitale, avviato alla vita clericale fu ordinato prete da papa Formoso, probabilmente non raggiunse mai la porpora cardinalizia ma solo suddiaconato nella diocesi di Porto.
Pochissime furono le notizie sul suo pontificato, sebbene a quel papa sia riferita l'incoronazione ad imperatore di Ludovico III di Provenza, avvenuta a Roma nel febbraio del 901.
Il "braccio armato della Chiesa", come sperato dal pontefice si rivelò comunque un totale fallimento perchè Ludovico III, non appena fu consacrato imperatore lasciò la penisola italica, lasciando il pontefice nuovamente in balia degli ungari provenienti da nord e dei saraceni provenienti da sud, ancorchè in Roma avesse lasciato un piccolo manipolo agli ordini di due judices: Teofilatto e Crescenzio.
Benedetto IV morì nel luglio del 903 e fu sepolto in San Pietro. Di quel pontefice fu ricordata la mitezza e la morigeratezza nei costumi, nonchè il suo attaccamento al soglio non come potere temporale ma come quello del buon parroco, pastore di anime.

A Bagdad regnò il califfo Ali al-Muktafi ( 902-908), principe e profeta di tutti i mussulmani. Egli appartenne alla dinastia degli Abbasidas, mussulmano ortodosso e guerriero pensò sempre all'imposizione dell'islamismo con la spada. Potè vantare ardite scorrerie in Calabria: Bruzzano, Gerace e Reggio furono conquistate e perse più volte.Durante la sua epoca visse un narratore di grosso spessore, soprattutto per la gran mole di notizie e informazioni che riuscì a raccogliere: Abu Giafar Muhammad ibn Giarir at-Tàbari. Nato nell'839 (morì nel 923) nella regione del Tabarì stàn (Persia nord-ovest).
La sua fama, conosciuta in tutto il mondo di allora fu dovuta soprattutto alla monumentale opera che lo impegnò per quasi tutta la vita: "Storia dei Profeti e dei Re". NelIa sua opera raccolse in pratica la più antica storia dell'Islam tramandata fino ad oggi. Tàbari fece una scelta accurata del materiale, mosso da interessi prevalentemente religiosi, e da una posizione ideologica favorevole agli abbàsidi (contro i predecessori e rivali omàyyadi). La sua opera fu largamente usata dalla storiografia araba successiva (si pensi a Ibn al-Athir, nel XIII secolo), e nello stesso X secolo fu ridotta e adattata in persiano dal visir Bàl'ami. Tàbari visse soprattutto a Baghdad, in epoca abbàside, dove fondò anche una piccola scuola e dove scrisse anche un voluminoso Commento (Tafsì r) al Corano, che divenne un classico dell'esegesi coranica ortodossa.

 

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