Nato a Roma attorno
gli anni 820 da Gundo di origini longobarde, arcidiacono e cardinale a Santa
Prisca fin dal 853, fu consacrato papa il 14 dicembre 872.
La scelta cadde su di lui probabilmente per ristabilire i rapporti Stato-
Chiesa rifacendosi al periodo di Nicolò Magno e non sicuramente a quello
del suo predecessore.
Nel frattempo morto anche Ludovico II senza lasciare eredi, le fazioni
romane tornarono a divedersi tra carolingi filo francesi e carolingi filo
tedeschi, ovvero chi a favore di Carlo il Calvo chi a favore di Ludovico il
Germanico.
La decisione pontificale propese ancora verso i francofoni così, il giorno
di natale 875 Carlo fu incoronato imperatore in San Pietro.
L'emorragia di denari per comperarsi l'investitura finì però con lasciare
il neo imperatore senza risorse e le continue scorribande saracene portarono
al collasso quasi tutte le signorie meridionali e quindi dei loro territori.
Abbandonato da tutti, Giovanni VIII si trovò a dover controbattere prima di
tutto la fazione filo-germanica con tutta la loro corruttela. Il 19 aprile
876 fu costretto a convocare un concilio presso il Pantheon per dirimere la
questione di Formoso vescovo di Porto apertamente schieratosi con la fazione
filo-germanica, assieme al duca Lamberto di Spoleto.
I convocati non si presentarono ed il 30 giugno fu solennemente pronunciata
la sentenza di scomunica.
Il pontefice sentitosi ormai in pericolo, decise di passare ai fatti in
maniera autonoma, iniziò una ulteriore fortificazione della cinta muraria
romana e la costituzione di una propria flotta acquistata da napoletani,
amalfitani e salernitani.
Alla fine egli stesso divenne ammiraglio di piccola flotta che nel 877 riuscì
a catturare 18 sciabecchi saraceni e a liberare circa 600 schiavi cristiani.
Dopodichè regolò i conti con il duca di Napoli facendolo imprigionare e
morire dallo stesso fratello Atanasio, vescovo della città, in quanto
traditore della lega costituita con le tre città marinare: Napoli, Amalfi e
Salerno.
Ad ottobre dello stesso anno morì anche Carlo il Calvo, ed il figlio
Carlomanno accorso a Roma per l'incoronazione dovette rientrare in Baviera
con un esercito decimato da una epidemia che lo coinvolse direttamente. Roma
fu saccheggiata ancora una volta da Lamberto duca di Spoleto e da suo
cognato Adalberto duca di Tuscia, in nome di una falsa protezione in nome e
per conto di Carlomanno. I due furono comunque raggiunti da scomunica dalla
città di Troyes, dove il papa fu costretto a trovar riparo e dopo aver
indetto l'ennesimo consiglio ( il primo di quella città).
Il 7 settembre 878 incoronò imperatore Ludovico il Balbuziente, secondo
erede al trono di Ludovico II.
Da qui in poi le incoronazioni si succedettero a ritmo incessante, alla
ricerca frenetica di un esercito che riuscisse ad arginare i saraceni e la
nuova dottrina monoteistica costituita dall'Islam.
Carlo il Grosso rappresentò l'ultima illusione di Giovanni VIII.
Scarsamente interessato alle province orientali finì poi per riabilitare
Fonzio di Costantinopoli, rafforzando così gli intenti dell'imperatore d'
oriente Basilio I, il quale probabilmente non vedeva l'ora di far ritornare
la propria cattedra in Roma.
La leggenda vuole che il pontefice sia stato dapprima avvelenato da un suo
parente e poi finito a colpi di mazza, comunque, la sua morte avvenne il 16
dicembre 882 , mentre della sua sepoltura non si hanno notizie certe.
A Bagdad fu in sella al suo califfato: Ahamad al Mutamid ( 870-892) il quale
dopo aver occupato Malta (869) diresse le occupazioni di Messina e Siracusa
(878); mentre non si conoscono i nomi dei duchi italici che riuscirono ad
affermare la propria indipendenza sulla costa napoletana.
Doge di Venezia fu Orso I Parteciaco (864-881) al quale subentrò Giovanni
II Parteciaco (881-887).
A Pisa dopo la decadenza dell'impero d'occidente e le lotte fra città
rivali favorirono gli attacchi corsari. Solo nelll'anno 828, il marchese
Bonifacio riuscì ad allestire una piccola flotta per contrastare la
pirateria e salvaguardare i commerci della città. La sua prima mossa fu lo
sbarco ad Ustica e la conquista della rinata Cartagine con la sconfitta
saracena.
La città di Genova nel corso dei secoli precedenti e ad opera
dell'occupazione romana d'occidente subì la deportazione di 40.000 persone
dirette verso il Sannio, dopodichè il rimanente ceppo etnico ligure riuscì
a ripopolare parte della padania centro-occidentale, divenendo "Regio
Italica decimo prima".
Dopo i romani arrivarono i longobardi e Genova diede rifugio ai Visconti
milanesi, ma quando salì al trono il re Longobardo Rotari (nel 625) anche
Genova venne occupata e distrutta.
Nell' 839 iniziarono le scorrerie dei saraceni, rimanendo ulteriormente
inerme ed isolata sino al 958.
La città di Amalfi nonostante la sua politica ondivaga combattè
ripetutamente contro i Saraceni, difendendo Roma il pontefice e la Chiesa, soprattutto
nella battaglia di Ostia (849).
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