Nato
intorno al 590 a Todi , ora provincia di Perugia, già nunzio apostolico in
Costantinopoli, il diacono Martino fu eletto papa nel luglio del 649 in
regime di "vacatio" dell' esarcato di Ravenna e senza attendere la
nomina imperiale.
Ciò fu ritenuta un'aperta sfida alle leggi ed agli editti imperiali.
D'altro canto le eresie orientali stavano sempre più lacerando il tessuto
cristiano e doveva essere stato sempre più impellente la necessità di una
ricucitura o di uno strappo decisivo in maniera tale da non lasciar addito
ad interpretazioni diverse da quelle date dagli apostoli, dal suo primo
pontefice in poi.
Nell'intento di una immediata comunione di intenti , il 5 ottobre dello
stesso anno, San Martino indisse un concilio Laterano al quale parteciparono
150 vescovi per discutere dell' Ektesys Typus e delle sue conseguenze. Il
concilio si concluse con la condanna dell' editto e di conseguenza escluse
le volontà imperiali dalle questioni meramente teologali.
Nel frattempo Costante II, imperatore d' oriente aveva inviato nella
penisola italica l'esarca Olimpio, con ordini precisi di far sottomettere i
vescovi al Typus.
Olimpio arrivò a Roma durante il concilio. Non soddisfatto di come fosse
stato ricevuto anche perchè Roma si stava dotando di una piccola milizia,
l'esarca tentò la strada bizantina per risolvere la questione mediante
l'uccisione di Martino, ordinata al suo scudiero, nel mentre gli veniva
impartita la comunione, durante la messa celebrata in suo onore.
La leggenda vuole che lo scudiero, in procinto di eseguire l'ordine sia
rimasto improvvisamente accecato. Olimpio constatati i poteri sovrannaturali
del Santo Padre si prostrò confidandogli gli ordini ricevuti. L'esarca morì
successivamente nell'intento di espiare le sue colpe, dopo essersi messo a
disposizione della Chiesa e combattendo contro i saraceni che avevano invaso
la Trinacria (odierna Sicilia).
L'insuccesso di Olimpio non fermò Costante II che inviò a Roma l'esarca
Teodoro Calliope con precisi ordini di arrestare il papa.
Le truppe di Ravenna entrarono a Roma il 15 giugno del 653 e circondarono il
palazzo del Laterano. L'esarca entrò in Chiesa dove, Martino ammalato
giaceva davanti all'altar maggiore e con estrema arroganza ordinò la sua
deposizione ed il suo trasferimento a Bisanzio dove avrebbe dovuto essere
giudicato per aver disobbedito alle leggi imperiali.
La milizia romana fu messa subito a tacere, sia per la rapidità
dell'intervento sia perchè il papa non volle alcun spargimento di sangue
perchè, pur ben conscio del distino al quale andava incontro, in cuor suo
forse sperò fino in fondo di poter convincere anche l'imperatore
dell'autonomia della Chiesa romana.
Il 19 giugno le navi della flotta bizantina lasciarono la città e fecero
vela versa il Levante.
Martino fu condotto al cospetto di Costante II il 17 settembre del 654. Nel
frattempo Roma, per volere dello stesso imperatore aveva un altro pontefice
. Eugenio I.
Martino fu subito rinchiuso in carcere, mentre il processo inziò solo tre
mesi dopo.
L'accusa fu di alto tradimento!
Il prefetto Troilo sostenne l'accusa di aver irretito l'esarca Olimpio.
Martino sostenne la propria difesa rispondendo: << In Olimpio ho
abbracciato il mio nemico redento. Ai saraceni ho dato denaro per quei
cristiani abbandonati dall' imperatore. Come papa ho sostenuto la fede
contro il Typus>>.
Condannato a morte, Martino subì ogni tipo di ingiuria e di sofferenza,
fino ad essere condotto in giro per la città in catene e seminudo, nei
rigori dell'inverno, dopo che gli era stato lacerato e tolto e calpestato
anche il "pallio" pontificale.
Alla fine non fu portato al patibolo ma nuovamente in carcere ed infine
inviato in un esilio carcerato a Chersonea di Crimea dove morì di stenti il
16 settembre 655, praticamente abbandonato da tutti ed in particolar modo
dal nuovo patriarca eretico Pirro di Costantinopoli.
La sua salma fu deposta in un primo momento nel sagrato della chiesa della
Vergine di Bacherna e secoli dopo traslata nella chiesa dei SS Silvestro e
Martino a Roma.
San Martino I veniva festeggiato il 13 aprile, ora assieme a tutti i San
Martino il giorno 11 novembre (nda:è emblematico come siano ricordati due
Santi dallo stesso nome - San Martino di Tours (316-397) che offrì metà
del suo mantello ad un povero tagliandolo con la propria spada - San Martino
I al quale venne strappato invece il pallio pontificale. A Venezia per l' 11
di novembre i fornai vendono, ancor oggi degli enormi biscotti a forma di
guerriero a cavallo con tutta la loro finitura costituite da confetti
argentati o dorati, la corazza di cioccolata ed il mantello rosso, con
accanto dei medaglioni di pasta di mela cotogna completamente disadorna.)
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