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GREGORIO I MAGNO, romano (590-604)

Nacque probabilmente nel 540 da Giordano della nobile famiglia degli Anici (nda: famiglia originaria di Preneste - tra i quali si annoverano il console Lucio Anicio Gallo (ricordato per la vittoria contro Genzio re di Illiria-168 a.c.- e successivamente gli imparentamernti con le famiglie degli Amnii, Pincii, Petronii, Annii e Achenii, nonchè per la discendenza dagli imperatori Petronio massimo e Olibrio, ivi compreso il filosofo Boezio) e dalla madre Silvia.
Non solo, quella famiglia di cotanto lustro diede tali natali ma potè anche annoverare anche uno dei primi pontefici: Felice III.
In altre parole dopo aver fatto grande l'impero si apprestò a rendere grande il mondo cristiano attraverso una delle più totali dedizioni alla fede ed alle tradizioni cristiane.
Gregorio, Inizialmente non si dedicò completamente alla cristianità ma preferì seguire piuttosto una vita politica che lo portò ad essere nominato prefetto di Roma (572), da Giustiniano II.
Carica che in pratica riassumeva i poteri vicariali dello stesso imperatore in terra italica e sulle sue pertinenze.
Ma, gli usi ed i costumi di quel tempo, ovvero la moralità comunemente intesa non dovettero però essere dei più consoni, nel modo di intendere la vita dello stesso futuro pontefice, così come probabilmente abborrì le congiure di palazzo, bizantine o meno che queste fossero e dopo aver abbandonato gli interessi politici decise di abbracciare totalmente la fede di CRISTO.
Il suo status non potè comunque prescindere dagli impegni imperiali e clericali e quindi fu nominato ( da Benedetto I) apocrisario ovvero nunzio apostolico in Costantinopoli dove rimase dal 579 al 586.

Il suo ritegno verso quel tipo di società non gli consentì oltre pertanto, dopo aver definito i suoi interessi ed impegni sociali si dedicò esclusivamente alla vita monastica ( nda: nessuno me ne voglia per le mie elucubrazioni ma, si potrebbe definire l'antesignano della vita monastica, devota e sociale così come la interpretò, più di cinquecento anni dopo: San Francesco).

Dilapidò tutte le sostanze di famiglia a favore dei poveri e nella costruzione di chiese ovunque fosse stato possibile erigerne una.

Nel mentre i longobardi erano già in Roma, Gregorio si trovava quale abate nel monastero del Celio (uno dei tanti da lui stesso eretto) dove ricevette la nunziatura dell'incoronazione a papa. Correva il giorno 3 settembre dell' annus domini 590. ( nda: ancora una volta dopo sette mesi di vacatio ).

Grazie alle intercessioni di Costantina, del fratello Teoctista, figli dell'imperatore di Bisanzio Tiberio, e di Maurizio fratello dello stesso imperatore, nonostante Gregorio avesse già iniziato a predicare la totale indipendenza della Chiesa dai poteri temporali, ricevette l'assenso imperiale all'investitura (nda: assenso dovuto agli editti giustinianei).

Durante il suo pontificato dovette far fronte oltre ai longobardi anche a tutta una serie di disgrazie naturali, dalla siccità alla carestia per finire alla pestilenza.
Ciò nonostante in papa Gregorio si ritrovano, in grado eminente, tutte le qualità dell'uomo di governo, il senso del dovere, della misura e della dignità. In lui lo storico protestante Harnack ammirò "la saggezza, la giustizia, la mitezza, la forza di iniziativa, la tolleranza".
Mentre, Bossuet lo ritenne ne "il modello perfetto di come si governa non solo la Chiesa" ( nda: in questo caso si potrebbe ritenere un antesignano di Machiavelli).
Non a caso la sua mitezza di carattere, la sua umiltà e devozione riuscì a cristianizzare tutti le popolazioni anglosassoni, franche e longobarde, perchè Gregorio non ebbe in mente il predominio dei cristiani su altri credi e quindi l'imposizione di una idea ma, l' evangelizzazione, l'ecumenismo dell'idea stessa senza doverne rendere conto ai poteri secolari ovvero alla secolarizzazione dell' incipit.
Tantè che proprio per essere stato di incarnato pallido (nda), non sbiadì di più nei confronti di tutti i potentati dell'epoca: ebbe dell'incredibile l' organizzazione della la difesa di Roma minacciata da Agilulfo, col quale intesse poi rapporti di buon vicinato.

Amministrò la cosa pubblica con puntigliosa equità, supplendo all'incuria dei funzionari imperiali.
Ebbe cura degli acquedotti; favorì l'insediamento dei coloni eliminando ogni residuo di servitù della gleba.
Animato da zelo, promosse la missione in Inghilterra di S. Agostino di Canterbury.
Capace di allargare lo sguardo oltre i confini della cristianità, non sdegnò le cure minute della vita quotidiana. Poco prima di morire trovò il modo di far pervenire al vescovo di Chiusi un mantello per l'inverno.
L'epistolario ( sono 848 lettere tramandate ) e le omelie al popolo documentarono la sua molteplice attività. Ovunque lasciò un'impronta, come nella musica in campo liturgico con la promozione del canto "gregoriano", così come la sua familiarità con la Sacra Scrittura appare dalle Omelie su Ezechiele e sul Vangelo, mentre i Moralia attestano l'ammirazione in S. Agostino. Profondo influsso nella spiritualità esercitò il suo Liber regulae pastoralis.

Gregorio I definito successivamente San Gregorio Magno morì a Roma il 12 marzo del 604 e fu sepolto in, (non nel sagrato) San Pietro.
L' iscrizione sulla lapide lo definisce ancor oggi consul dei .
(Pontefice Dottore e Santo della Chiesa Romana ed Apostolica viene ancor oggi festeggiato il 3 di settembre.)

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