Nacque
probabilmente nel 540 da Giordano della nobile famiglia degli Anici (nda:
famiglia originaria di Preneste - tra i quali si annoverano il console
Lucio Anicio Gallo (ricordato per la vittoria contro Genzio re di
Illiria-168 a.c.- e successivamente gli imparentamernti con le famiglie
degli Amnii, Pincii, Petronii, Annii e Achenii, nonchè per la discendenza
dagli imperatori Petronio massimo e Olibrio, ivi compreso il filosofo
Boezio) e dalla madre Silvia.
Non solo, quella famiglia di cotanto lustro diede tali natali ma potè
anche annoverare anche uno dei primi pontefici: Felice III.
In altre parole dopo aver fatto grande l'impero si apprestò a rendere
grande il mondo cristiano attraverso una delle più totali dedizioni alla
fede ed alle tradizioni cristiane.
Gregorio, Inizialmente non si dedicò completamente alla cristianità ma
preferì seguire piuttosto una vita politica che lo portò ad essere
nominato prefetto di Roma (572), da Giustiniano II.
Carica che in pratica riassumeva i poteri vicariali dello stesso
imperatore in terra italica e sulle sue pertinenze.
Ma, gli usi ed i costumi di quel tempo, ovvero la moralità comunemente
intesa non dovettero però essere dei più consoni, nel modo di intendere
la vita dello stesso futuro pontefice, così come probabilmente abborrì
le congiure di palazzo, bizantine o meno che queste fossero e dopo aver
abbandonato gli interessi politici decise di abbracciare totalmente la
fede di CRISTO.
Il suo status non potè comunque prescindere dagli impegni imperiali e
clericali e quindi fu nominato ( da Benedetto I) apocrisario ovvero nunzio
apostolico in Costantinopoli dove rimase dal 579 al 586.
Il suo ritegno verso quel tipo di società non gli consentì oltre
pertanto, dopo aver definito i suoi interessi ed impegni sociali si dedicò
esclusivamente alla vita monastica ( nda: nessuno me ne voglia per le mie
elucubrazioni ma, si potrebbe definire l'antesignano della vita monastica,
devota e sociale così come la interpretò, più di cinquecento anni dopo:
San Francesco).
Dilapidò tutte le sostanze di famiglia a favore dei poveri e nella
costruzione di chiese ovunque fosse stato possibile erigerne una.
Nel mentre i longobardi erano già in Roma, Gregorio si trovava quale
abate nel monastero del Celio (uno dei tanti da lui stesso eretto) dove
ricevette la nunziatura dell'incoronazione a papa. Correva il giorno 3
settembre dell' annus domini 590. ( nda: ancora una volta dopo sette mesi
di vacatio ).
Grazie alle intercessioni di Costantina, del fratello Teoctista, figli
dell'imperatore di Bisanzio Tiberio, e di Maurizio fratello dello stesso
imperatore, nonostante Gregorio avesse già iniziato a predicare la totale
indipendenza della Chiesa dai poteri temporali, ricevette l'assenso
imperiale all'investitura (nda: assenso dovuto agli editti giustinianei).
Durante il suo pontificato dovette far fronte oltre ai longobardi anche a
tutta una serie di disgrazie naturali, dalla siccità alla carestia per
finire alla pestilenza.
Ciò nonostante in papa Gregorio si ritrovano, in grado eminente, tutte le
qualità dell'uomo di governo, il senso del dovere, della misura e della
dignità. In lui lo storico protestante Harnack ammirò "la saggezza,
la giustizia, la mitezza, la forza di iniziativa, la tolleranza".
Mentre, Bossuet lo ritenne ne "il modello perfetto di come si governa
non solo la Chiesa" ( nda: in questo caso si potrebbe ritenere un
antesignano di Machiavelli).
Non a caso la sua mitezza di carattere, la sua umiltà e devozione riuscì
a cristianizzare tutti le popolazioni anglosassoni, franche e longobarde,
perchè Gregorio non ebbe in mente il predominio dei cristiani su altri
credi e quindi l'imposizione di una idea ma, l' evangelizzazione,
l'ecumenismo dell'idea stessa senza doverne rendere conto ai poteri
secolari ovvero alla secolarizzazione dell' incipit.
Tantè che proprio per essere stato di incarnato pallido (nda), non sbiadì
di più nei confronti di tutti i potentati dell'epoca: ebbe
dell'incredibile l' organizzazione della la difesa di Roma minacciata da
Agilulfo, col quale intesse poi rapporti di buon vicinato.
Amministrò
la cosa pubblica con puntigliosa equità, supplendo all'incuria dei
funzionari imperiali.
Ebbe cura degli acquedotti; favorì l'insediamento dei coloni eliminando
ogni residuo di servitù della gleba.
Animato da zelo, promosse la missione in Inghilterra di S. Agostino di
Canterbury.
Capace di allargare lo sguardo oltre i confini della cristianità, non sdegnò
le cure minute della vita quotidiana. Poco prima di morire trovò il modo di
far pervenire al vescovo di Chiusi un mantello per l'inverno.
L'epistolario ( sono 848 lettere tramandate ) e le omelie al popolo
documentarono la sua molteplice attività. Ovunque lasciò un'impronta, come
nella musica in campo liturgico con la promozione del canto
"gregoriano", così come la sua familiarità con la Sacra
Scrittura appare dalle Omelie su Ezechiele e sul Vangelo, mentre i Moralia
attestano l'ammirazione in S. Agostino. Profondo influsso nella spiritualità
esercitò il suo Liber regulae pastoralis.
Gregorio I definito successivamente San Gregorio Magno morì a Roma il 12
marzo del 604 e fu sepolto in, (non nel sagrato) San Pietro.
L' iscrizione sulla lapide lo definisce ancor oggi consul dei .
(Pontefice Dottore e Santo della Chiesa Romana ed Apostolica viene ancor
oggi festeggiato il 3 di settembre.)
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