Le
ingerenze di imperatori, re e tiranni stavano diventando sempre più
oppressive nei confronti dei pontefici, quali rappresentanti (nda:
pseudo-democratici) del popolo, delle sue esigenze. Senza dimenticare che la
figura del pontefice stava divenendo un'alternativa alle bramosie terrene ai
contendenti di turno.
La Chiesa seppur spogliata da immense fortune, a causa di intercessioni e
baratti in cambio della propria libertà, con i tanti invasori continuava a
rappresentare un notevole centro di attrazione, dal punto di vista delle
ricchezze.
Pertanto, è facile immaginare quanto sia stato grande l'interesse di tutti
i potentati nel tentare di imporre la propria volontà sull'elezione al
soglio, nel recondito desiderio di poter manovrare dall' esterno chi più
fosse stato accondiscendente e munifico nei confronti del suo
"elettore", dimenticando spesso che, la VOLONTA' cristiana non ha
mai tenuto conto delle sorti di un singolo cristiano, quanto questo fosse
stato necessario alla sopravvivenza dell'intera comunità ( nda: un vecchio
proverbio recita testualmente "morto un papa se ne fa un altro").
Il primo papa ad essere stato direttamente e manifestamente nominato dalla
tirannia fu Silverio, già figlio di papa Ormisda (514-523). L'
incoronazione avvenne il 1° giugno 536, in pratica non appena appresa la
notizia della morte del suo predecessore Agapito, deceduto a Bisanzio.
Durante il suo breve pontificato potè solo subire le guerreggiate pretese
di conquista territoriale e di potere tra l' imperatore bizantino
Giustiniano, attestato ormai alle porte di Roma con l'esercito di Belisario
ed il re goto ( nda: ma ormai italico) Teodato che non vedeva l'ora di
tornarsene a Ravenna.
Così come fu costretto a subire le trame dell'imperatrice Teodolinda
(moglie di Giustiniano) che intendeva imporre la propria eresia monofisista
dettatale da Antonio, patriarca di Costantinopoli.
Le conseguenze tragiche: Teodato fu assassinato mentre stava fuggendo da
Roma e Silverio fu privato del proprio pallio, vestito di un semplice saio
monacale fu esiliato a Patara in "Licia" ( regione a SO della
penisola anatolica) e successivamente trasferito nell'isola di Palmaria
(isola del Golfo di La spezia o più probabilmente nell'isola di Ponza),
dove morì di stenti il giorno 11 (o forse il 22) novembre del 537 dove fu
sepolto.
Anche se non figura nel "martirologio" viene ricordato come santo
il 20 giugno.
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