Il
22 novembre 498, in una frenetica corsa contro il tempo furono eletti due
papi. Nella basilica di San Giovanni in Laterano fu proclamato il diacono di
origine sarde Simmaco, mentre qualche ora dopo , nella Chiesa di Santa Maria
Maggiore in Trastevere fu eletto l'arcidiacono Lorenzo.
Nell' eterna contrapposizione tra eresie, logoramenti tra le posizioni dei
cristiani che facevano capo a Costantinopoli e quindi in particolar modo
all'"arianesimo" e, quelle dei cristiani di Roma riuscì a
prevalere Simmaco.
Ma la lotta fu estremamente dura, con climi sociali da "guerra
civile".
Fu necessaria la convocazione di un ennesimo concilio di Roma, voluto
dall'imperatore Teodorico e la sconfessione del proconsole "Festo"
ed il conseguente esilio di Lorenzo a Nocera, prima di arrivare in qualche
maniera a dirimere le questioni popolari con la conseguente scongiura di
un'ulteriore scisma.
Il 1° marzo 499 Simmaco proclamò il concilio in San Pietro, al quale
parteciparono 72 vescovi, compreso Lorenzo.
Prima di tutto fu votata la regola d'elezione papale in caso di morte
improvvisa e quindi senza che il "de cuius" avesse avuto la
possibilità di nominare un successore, al fine di evitare trattative
elettorali e soprattutto brogli, (regola che fu sottoscritta anche da
Lorenzo) e quindi si passò alla definizione dei ruoli del ruolo di Simmaco
e quello di Lorenzo, il risultato finale fu che Simmaco rimase pontefice e
Lorenzo vescovo di Nocera di Campania.
Ma le lotte intestine non terminarono immediatamente anche perchè Lorenzo
non si adattò a quelle risoluzioni conciliari e continuò a fomentare i
movimenti antipapali.
Comunque, il concilio di Roma del 499 fu particolarmente importante non solo
per le diatribe ai massimi vertici ma soprattutto per la spartizione del
potere in Roma stessa ovvero: là dove i lasciti e le ricchezze erano
presenti lì era la competenza del "vescovo di Roma". Queste
pertinenze furono definite "delle sette chiese" :
1- S. Giovanni in Laterano,
2- S. Pietro,
3- S. Paolo,
4- S. Lorenzo fuori le mura,
5- S. Maria Maggiore di Transtevere,
6- S. Sebastiano,
7- S. Croce in Gerusalemme.
(nda: ancor oggi viatico di penitenza per i cristiani alla ricerca dell'
assoluzione dei propri peccati; ovvero modo di dire laico per definire il
giro, attraverso il quale una persona estromessa tenta di riconquistarsi
fiducia nell'ambito della propria professione, noto come "farsi il giro
delle sette chiese")
Attraverso il mecenatismo di Simmaco, Roma iniziò nuovamente a riscoprire
antichi splendori.
Nel maggio del 501 però, per il pontefice le cose si involsero nuovamente.
Il senato consolare ostile al pontefice fece pervenire a Teodorico l'accusa
di aver violato il calendario alessandrino a causa della data di
celebrazione della Pasqua e di aver violato la fede cristiana con lo
sperpero di non precisati beni della Chiesa, nonchè non precisate relazioni
con donne di malaffare.
Teodorico, eludendo ogni regola canonica, convocò un ulteriore concilio in
Roma. "Visitator" , ovvero reggente fu nominato il vescovo Pietro
d' Altino, vescovo di Venezia che si schierò contro Simmaco.
Alla fine, per la sopravvivenza dell'unità cristiana prevalse il buon senso
ed il clero chiamato a giudicare si espresse unanimemente a favore della
regola fondamentale, sancita nel concilio del 499, che vietava (nda: come
vieta) di poter giudicare l'operato del pontefice da parte di chicchessia.
Le lotte terminarono solo nel 505, nel frattempo Pietro d' Altino fu
rispedito a Venezia e Lorenzo a Nocera, in una delle ville di proprietà del
proconsole Festo.
Simmaco, dopo aver proseguito nell'opera di proselitismo, mecenatismo e
costruzione di nuove chiese morì il 19 luglio del 514. Le sue spoglie
furono sepolte nel sagrato di San Pietro.
Il suo nome non figura nel calendario universale ma risulta ancora una
ricorrenza nel giorno della sua morte.
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