Vecchio
prete romano, fu eletto nella basilica di San Teodoro, da un conclave di
vescovi e prelati il 29 dicembre del 418. L'elezione fu arrogata dalla
gerarchia ecclesiastica in contrapposizione con la volontà del popolo
cristiano, il quale aveva già acclamato pontefice l' arcidiacono Eulalio
nella basilica di San Giovanni in Laterano.
Nel contenzioso furono chiamate in causa o solleticate le autorità
imperiali, prima quelle prefettizie di Anicio Sìmmaco ( di fede politeista)
e poi direttamente, quella dell'imperatore Onorio.
In un primo momento l'imperatore tentò di risolvere la questione in maniera
civile e tentò la ricomposizione della vertenza attraverso la convocazione
di ben due concili, quello di Ravenna e quello di Spoleto. Constatati vani i
due tentativi, Onorio decise una composizione "salomonica" della
questione, attraverso il bando dei due contendenti da Roma.
Nella pasqua del 419, Eulalio decise di dire messa nella basilica di San
Giovanni in laterano, trasgredendo all'ordine imperiale. Tanto fu
sufficiente, oppure il pretesto, per far propendere l'ago della bilancia
dalla parte di Bonifacio I.
Bonifacio I fu riassunto a Roma quale vescovo della città; Eulalio si
sottomise alla volontà imperiale e pontificale. Durante questo pontificato
si manifestarono comunque dei tentativi di scissione o
"eresiarchi", come furono comunemente definiti. Il tentativo di
scissione più importante fu senza dubbio l'imperversare dell' ortodossia
"pelagiana".
Bonifacio I morì il 4 settembre del 422 ed il suo corpo fu sepolto
nell'oratorio della chiesa di Santa Felicita di via Salaria.
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