Nato
a Roma, figlio di una famiglia di schiavi appartenente ad Aurelio Carpoforo
discendente della ex famiglia imperiale di Commodo. Callisto fu reso libero
perchè il suo "padrone" aderì alla religione cristiana ed a
questa lo educò.
Personaggio piuttosto controverso dal punto di vista cristiano, molto meno
da quello laico. Forse la santità sarebbe stata certamente più consona a
Carpoforo che non al suo liberto ma, come sempre insegna la storia: la virtù
è dei forti.
Una volta libero, sarà sempre comunque il suo precettore a garantire per
lui, fino alla morte.
La leggenda vuole che alla sua "liberazione" gli fosse stata
consegnata una grande somma di denaro da amministrare a favore dei più
bisognosi e per se stesso. Non fu perduta solo quella fortuna ma anche di più.
Sicuramente però, un "faccendiere" di grande fascino. Nonostante
fosse riuscito a dilapidare enormi fortune e chissà quant'altro ancora,
sempre attraverso la famiglia imperiale dei Commodo ed in particolar modo
con il particolare interessamento di Marcia, riuscì a ritornare in seno
alla grande famiglia cristiana.
Dopo l'esilio in terra di Sardegna dove occupò il presbiterio di San
Giacinto approdò ad Anzio.
Da Anzio dove non aveva avuto alcun incarico particolare, Callisto fu
richiamato da Zefirino ed elevato agli onori della gerarchia cristiana sino
a farlo diventare il suo vicario per i beni terreni.
Uno degli incarichi particolari fu quello di riorganizzare le sepolture e
quindi i cimiteri dei cristiani.
Il suo modo di intendere e volere la vita si scontrò ben presto con
un'altra categoria di cristiani più ortodossi ed intransigenti rispetto
alle virtù teologali dell'epoca.
L' intransigenza ortodossa derivò dai comportamenti e dalle idee teologiche
di Ippolito, suo acerrimo rivale in quanto non prescelto dal pontefice in
carica ( Zefirino).
La spaccatura tra i due modi di intendere la cristianità si manifestò
all'elezione di Callisto quale sommo pontefice.
Ippolito divenne il primo antipapa.
Le due espressioni di intendere il cristianesimo si possono riassumere in un
tema ed una risposta.
La prima, di Tertulliano amico di Ippolito che nel suo "De Pudicitia"
recita: "...il pontefice massimo, il vescovo dei vescovi, perdona gli
adulteri ed i fornicatori: E dove si affiggerà questo editto così
liberale? Sulle porte dei postriboli?..."
La seconda di Callisto: " NON E' IL PADRE CHE E' MORTO... ma il
figlio"
La diatriba tra i due contendenti non portò comunque nulla di buono per le
"donne e gli uomini di buona volontà ".
San Callisto morì martire a seguito di una sommossa popolare, sotto
l'impero di Eliogabalo e non fu sepolto nella cripta dei papi, da lui stesso
voluta ma, nell' omonimo convento accanto a Santa Maria in Transtevere.
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