Verso la fine del
suo regno anche l' mperatore Traiano ritenne di dover mitigare la propria
politica persecutoria nei confronti dei cristiani, anche perchè l'
"infamia" di essere cristiano serviva più spesso a risolvere
faide politiche e famigliari che non a dirimere questioni religiose. Questo
clima di pseudo tolleranza, che non cambiò comunque i metodi e le
persecuzioni, proseguì anche sotto l'imperatore Adriano il quale scrisse al
proconsole d'Asia : "Se uno fa le sue accuse e dimostra che i cristiani
operano contro le leggi, allora la colpa deve essere punita secondo la sua
gravità. Ma se qualcuno si avvale di questo pretesto per calunniare allora
è quest'ultimo che deve essere punito".
In questa realtà nacque Sisto I, figlio di pastori romani, si presume sia
assurto al soglio intorno al 115 A Sisto primo si deve l'introduzione di
molte norme di culto, tra le quali il divieto ai laici di toccare il il
sacro calice e la patena (n.d.a : piattino di metallo dorato, argentato o di
metallo nobile usato per la deposizione dell'Ostia consacrata) lasciando
agli uomini di culto il privilegio di questi atti. A Sisto I venne fatta
risalire anche l'introduzione del triplice cantico <
> durante la celebrazione della messa (nda: tratto dal tardo latino mìttere,
mandare, inviare ... e soprattutto dalla formula finale del rito cristiano
fondamentale della celebrazione eucaristica: ite missa est "andate, sei
inviato!"), ma questo è dubbio, come è dubbia l' attribuzione, a
Sisto, l' introduzione dell'acqua nella celebrazione del rito eucaristico e
dell'acqua santa per le abluzioni ( n.d.a: queste ultime attribuite al suo
predecessore, Alessandro I).
Viene celebrato come santo, ma dal Calendario Universale della Chiesa è
stato depennato, perchè probabilmente non subì alcun martirio. La
tradizione lo considera sepolto accanto al corpo di Pietro, come per altro
tutti i predecessori ma, l'unica cattedrale dove ancora viene celebrato come
santo è quella di Alatri (nda: cittadina in provincia di Frosinone).
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