[1]
Ogni giorno intanto Tobi contava le giornate, quante erano necessarie
all'andata e quante al ritorno. Quando poi i giorni furono al termine e il
figlio non era ancora tornato,
[2] pensò: "Forse sarà stato trattenuto là? O sarà morto Gabael e
nessuno gli darà il denaro?".
[3] Cominciò così a rattristarsi.
[4] La moglie Anna diceva: "Mio figlio è perito e non è più tra i
vivi, perché troppo è il ritardo".
[5] E cominciò a piangere e a lamentarsi sul proprio figlio dicendo:
"Ahimè, figlio, perché ho lasciato partire te che eri la luce dei
miei occhi!".
[6] Le rispondeva Tobi: "Taci, non stare in pensiero, sorella; egli
sta bene. Certo li trattiene là qualche fatto imprevisto. Del resto
l'uomo che lo accompagnava è sicuro ed è uno dei nostri fratelli. Non
affliggerti per lui, sorella; tra poco sarà qui".
[7] Ma essa replicava: "Lasciami stare e non ingannarmi! Mio figlio
è perito". E subito usciva e osservava la strada per la quale era
partito il figlio; così faceva ogni giorno senza lasciarsi persuadere da
nessuno. Quando il sole era tramontato, rientrava a piangere e a
lamentarsi per tutta la notte e non prendeva sonno.
[8] Compiutisi i quattordici giorni delle feste nuziali, che Raguele con
giuramento aveva stabilito di fare per la propria figlia, Tobia andò da
lui e gli disse: "Lasciami partire. Sono certo che mio padre e mia
madre non hanno più speranza di rivedermi. Ti prego dunque, o padre, di
volermi congedare: possa così tornare da mio padre. già ti ho spiegato
in quale condizione l'ho lasciato".
[9] Rispose Raguele a Tobia: "Resta figlio, resta con me. Manderò
messaggeri a tuo padre Tobi, perché lo informino sul tuo conto". Ma
quegli disse: "No, ti prego di lasciarmi andare da mio padre".
[10] Allora Raguele, alzatosi, consegnò a Tobia la sposa Sara con metà
dei suoi beni, servi e serve, buoi e pecore, asini e cammelli, vesti,
denaro e masserizie.
[11] Li congedò in buona salute. A lui poi rivolse questo saluto: "Stà
sano, o figlio, e fà buon viaggio! Il Signore del cielo assista te e Sara
tua moglie e possa io vedere i vostri figli prima di morire".
[12] Poi abbracciò Sara sua figlia e disse: "Onora tuo suocero e tua
suocera, poiché da questo momento essi sono i tuoi genitori, come coloro
che ti hanno dato la vita. Và in pace, figlia, e possa sentire buone
notizie a tuo riguardo, finché sarò in vita". Dopo averli salutati,
li congedò.
[13] Da parte sua Edna disse a Tobia: "Figlio e fratello carissimo,
il Signore ti riconduca a casa e possa io vedere i figli tuoi e di Sara
mia figlia prima di morire, per gioire davanti al Signore. Ti affido mia
figlia in custodia. Non farla soffrire in nessun giorno della tua vita.
Figlio, và in pace. D'ora in avanti io sono tua madre e Sara è tua
sorella. Possiamo tutti insieme avere buona fortuna per tutti i giorni
della nostra vita". Li baciò tutti e due e li congedò in buona
salute.
[14] Allora Tobia partì da Raguele in buona salute e lieto, benedicendo
il Signore del cielo e della terra, il re dell'universo, perché aveva
dato buon esito al suo viaggio. Benedisse Raguele ed Edna sua moglie con
quest'augurio: "Possa io avere la fortuna di onorarvi tutti i giorni
della vostra vita".
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