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[1] Guai a te, che devasti e non sei stato
devastato,
che saccheggi e non sei stato saccheggiato:
sarai devastato, quando avrai finito di devastare,
ti saccheggeranno, quando avrai finito di saccheggiare.
[2] Signore, pietà di noi, in te speriamo;
sii il nostro braccio ogni mattina,
nostra salvezza nel tempo dell'angoscia.
[3] Al rumore della tua minaccia fuggono i popoli,
quando ti levi si disperdono le nazioni.
[4] Si ammucchia la preda come si ammucchiano le cavallette
vi si precipita sopra come vi si precipitano le locuste.
[5] Eccelso è il Signore poiché dimora lassù;
egli riempie Sion di diritto e di giustizia.
[6] C'è sicurezza nelle sue leggi,
ricchezze salutari sono sapienza e scienza;
il timore di Dio è il suo tesoro.
[7] Ecco gli araldi gridano di fuori,
i messaggeri di pace piangono amaramente.
[8] Sono deserte le strade,
non c'è chi passi per la via.
Egli ha violato l'alleanza,
ha respinto i testimoni,
non si è curato di alcuno.
[9] La terra è in lutto e piena di squallore,
si scolora il Libano e intristisce;
la pianura di Saron è simile a una steppa,
brulli sono il Basan e il Carmelo.
[10] "Ora mi alzerò", dice il Signore,
"ora mi innalzerò, ora mi esalterò.
[11] Avete concepito fieno, partorirete paglia;
il mio soffio vi divorerà come fuoco.
[12] I popoli saranno fornaci per calce,
spini tagliati da bruciare nel fuoco.
[13] Sentiranno i lontani quanto ho fatto,
sapranno i vicini qual è la mia forza".
[14] Hanno paura in Sion i peccatori,
lo spavento si è impadronito degli empi.
"Chi di noi può abitare presso un fuoco divorante?
Chi di noi può abitare tra fiamme perenni?".
[15] Chi cammina nella giustizia e parla con lealtà,
chi rigetta un guadagno frutto di angherie,
scuote le mani per non accettare regali,
si tura gli orecchi per non udire fatti di sangue
e chiude gli occhi per non vedere il male:
[16] costui abiterà in alto,
fortezze sulle rocce saranno il suo rifugio,
gli sarà dato il pane, avrà l'acqua assicurata.
[17] I tuoi occhi vedranno un re nel suo splendore,
contempleranno un paese sconfinato.
[18] Il tuo cuore si chiederà nei suoi terrori:
"Dov'è colui che registra?
Dov'è colui che pesa il denaro?
Dov'è colui che ispeziona le torri?".
[19] Non vedrai più quel popolo straniero,
popolo dal linguaggio oscuro, incomprensibile,
dalla lingua barbara che non si capisce.
[20] Guarda Sion,
la città delle nostre feste!
I tuoi occhi vedranno Gerusalemme,
dimora tranquilla, tenda che non sarà più rimossa,
i suoi paletti non saranno divelti,
nessuna delle sue cordicelle sarà strappata.
[21] Poiché se là c'è un potente,
noi abbiamo il Signore,
al posto di fiumi e larghi canali;
non ci passerà nave a remi
né l'attraverserà naviglio più grosso.
[23a]Sono allentate le sue corde,
[23b]non tengono più l'albero diritto,
[23c]non spiegano più le vele.
[22] Poiché il Signore è nostro giudice,
il Signore è nostro legislatore,
il Signore è nostro re;
egli ci salverà.
[23d]Allora anche i ciechi divideranno una preda enorme
[23e]gli zoppi faranno un ricco bottino.
[24] Nessuno degli abitanti dirà:
"Io sono malato";
il popolo che vi dimora
è stato assolto dalle sue colpe.
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