[1]
Quando si fu calmata l'agitazione degli uomini che presenziavano
tutt'intorno al convegno, parlò Oloferne, comandante supremo
dell'esercito di Assur, rivolgendosi ad Achior alla presenza di tutta
quell'assemblea di stranieri e a tutti i Moabiti:
[2] "Chi sei tu, Achior, e i mercenari di Efraim, per profetare in
mezzo a noi come hai fatto oggi e suggerire di non combattere il popolo
d'Israele, perché il loro Dio li proteggerà dall'alto? E che altro dio
c'è se non Nabucodònosor? Questi invierà la sua forza e li sterminerà
dalla terra, né servirà il loro Dio a liberarli.
[3] Saremo noi suoi servi a spazzarli via come un sol uomo, perché non
potranno sostenere l'impeto dei nostri cavalli.
[4] Li bruceremo in casa loro, i loro monti s'inebrieranno del loro
sangue, i loro campi si colmeranno dei loro cadaveri, né potrà resistere
la pianta dei loro piedi davanti a noi, ma saranno tutti distrutti. Questo
dice Nabucodònosor, il signore di tutta la terra: così ha parlato e le
sue parole non potranno essere smentite.
[5] Quanto a te, Achior, mercenario di Ammon, che hai detto queste cose
nel giorno della tua sventura, non vedrai più la mia faccia da oggi fino
a quando farò vendetta di questa razza che viene dall'Egitto.
[6] Allora il ferro dei miei soldati e la numerosa schiera dei miei
ministri trapasserà i tuoi fianchi e tu cadrai fra i loro cadaveri,
quando io tornerò a vederti.
[7] I miei servi ora ti esporranno sulla montagna e ti porranno in una
delle città sul percorso;
[8] non morirai finché non sarai sterminato con loro.
[9] Ma se speri in cuor tuo che essi non saranno presi, non sia il tuo
aspetto così depresso. Ho detto: nessuna mia parola andrà a vuoto".
[10] Allora Oloferne diede ordine ai suoi servi, che erano di turno nella
sua tenda, di prendere Achior, di esporlo vicino a Betulia e di
abbandonarlo nelle mani degli Israeliti.
[11] I suoi servi lo presero e lo condussero fuori dell'accampamento in
aperta campagna, lo menarono dal mezzo della pianura verso la montagna e
si trovarono presso le fonti che erano sotto Betulia.
[12] Quando gli uomini della città li scorsero sulla cresta del monte,
presero le armi e uscirono dalla città dirigendosi verso la cresta. Tutti
i frombolieri occuparono i sentieri di accesso e si misero a lanciare
pietre su di loro.
[13] Quelli ridiscesero al riparo del monte, legarono Achior e lo
abbandonarono gettandolo a terra alle falde del monte, quindi fecero
ritorno al loro signore.
[14] Gli Israeliti scesero dalla loro città, si avvicinarono a lui, lo
slegarono, lo condussero in Betulia e lo presentarono ai capi della città,
[15] che in quel tempo erano Ozia figlio di Mica della tribù di Simeone,
Cabri figlio di Gotonièl e Carmi figlio di Melchièl.
[16] Radunarono subito tutti gli anziani della città e tutti i giovani e
le donne accorsero al luogo del raduno. Posero Achior in mezzo a tutta
quell'adunanza e Ozia lo interrogò sull'accaduto.
[17] Quegli riferì loro le parole del consiglio di Oloferne e tutto il
discorso che Oloferne aveva pronunziato in mezzo ai capi degli Assiri e
quanto aveva detto superbamente contro il popolo d'Israele.
[18] Allora tutto il popolo si prostrò ad adorare Dio e alzò queste
suppliche:
[19] "Signore, Dio del cielo, guarda la loro superbia, abbi pietà
dell'umiliazione della nostra stirpe e accogli benigno in questo giorno la
presenza di coloro che sono consacrati a te".
[20] Poi confortarono Achior e gli rivolsero parole di gran lode;
[21] Ozia da parte sua lo accolse dopo l'adunanza nella sua casa e offrì
un banchetto a tutti gli anziani; per tutta quella notte invocarono
l'aiuto del Dio d'Israele.
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