[1]
Quando gli Israeliti che abitavano in tutta la Giudea sentirono per fama
quanto Oloferne, il comandante supremo di Nabucodònosor, aveva fatto agli
altri popoli e come aveva messo a sacco tutti i loro templi e li aveva
votati allo sterminio,
[2] furono presi da indescrivibile terrore all'avanzarsi di lui e furono
costernati a causa di Gerusalemme e del tempio del Signore, loro Dio.
[3] Oltre tutto, essi erano tornati da poco dalla prigionia e di recente
tutto il popolo si era radunato in Giudea; erano stati consacrati gli
arredi sacri e l'altare e il tempio dopo la profanazione.
[4] Perciò spedirono messaggeri in tutto il territorio della Samaria, a
Kona, a Bet-Coron, a Belmain, a Gerico e ancora a Choba, ad Aisora e alle
strette di Salem,
[5] e disposero di occupare in anticipo le cime dei monti più alti, di
circondare di mura i villaggi di quelle zone e di raccogliere vettovaglie
in preparazione alla guerra, tanto più che nelle loro campagne era appena
terminata la mietitura.
[6] Inoltre Ioakìm, sommo sacerdote in Gerusalemme in quel periodo di
tempo, scrisse agli abitanti di Betulia e Betomestaim, situata di fronte a
Esdrelon all'imbocco della pianura che si stende vicino a Dotain,
[7] ordinando loro di occupare i valichi dei monti, perché di là si
apriva la via d'ingresso alla Giudea e sarebbe stato facile arrestarli al
valico, dove erano obbligati per la strettezza del passaggio a procedere
tutti a due a due.
[8] Gli Israeliti fecero come aveva loro ordinato il sommo sacerdote Ioakìm
e il consiglio degli anziani di tutto il popolo d'Israele, che si trovava
a Gerusalemme.
[9] Nello stesso tempo ogni Israelita levò il suo grido a Dio con fervida
insistenza e tutti si umiliarono con grande impegno.
[10] Essi con le mogli e i bambini, i loro armenti e ogni ospite e
mercenario e i loro schiavi si cinsero di sacco i fianchi.
[11] Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in
Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di
cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore.
[12] Ricoprirono di sacco anche l'altare e alzarono il loro grido al Dio
di Israele tutt'insieme senza interruzione, supplicando che i loro figli
non venissero abbandonati allo sterminio, le loro mogli alla schiavitù,
le città di loro eredità alla distruzione, il santuario alla
profanazione e al ludibrio in mano alle genti.
[13] Il Signore porse l'orecchio al loro grido e volse lo sguardo alla
loro tribolazione, mentre il popolo digiunava da molti giorni in tutta la
Giudea e in Gerusalemme davanti al santuario del Signore onnipotente.
[14] Ioakìm sommo sacerdote e tutti gli altri sacerdoti che stavano
davanti al Signore e tutti i ministri del culto divino, con i fianchi
cinti di sacco, offrivano l'olocausto perenne, i sacrifici votivi e le
offerte volontarie del popolo.
[15] Avevano cosparso di cenere i loro turbanti e invocavano a piena voce
il Signore, perché provvedesse benignamente a tutta la casa di Israele.
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