1.
Tutti i responsabili dello sviluppo turistico dovranno salvaguardare l’ambiente
e le risorse naturali, con la
prospettiva di una crescita economica sana, continua e sostenibile,
tale da soddisfare in modo equo le necessità e le aspirazioni delle generazioni
presenti e future.
2.
Tutte le forme di sviluppo turistico che permettono di economizzare le
risorse naturali rare e preziose, in
particolare l’acqua e l’energia, nonché di evitare per quanto possibile
la produzione di rifiuti dovranno essere
privilegiate ed incoraggiate dalle autorità pubbliche,
nazionali, regionali e locali.
3.
Lo scaglionamento sia in termini di tempo che spazio dei flussi di turisti e
visitatori, specialmente quelli
derivanti dai congedi retribuiti e dalle vacanze scolastiche, così come
una distribuzione delle ferie più equilibrata, dovrebbero essere
incoraggiati così da ridurre la
pressione dell’attività turistica sull’ambiente ed accrescere i suoi
benefici nei confronti dell’industria
turistica e dell’economia locale.
4.
Le infrastrutture turistiche dovranno essere concepite e le attività
turistiche programmate in modo tale da
tutelare il patrimonio naturale costituito dagli ecosistemi e
dalla biodiversità e da preservare le specie minacciate della fauna e della
flora selvatiche; i responsabili dello
sviluppo turistico, ed in particolar modo i professionisti, dovranno
acconsentire all’imposizione di limitazioni o restrizioni alle loro
attività allorquando queste vengono
esercitate in luoghi particolarmente sensibili: regioni desertiche,
polari o di alta montagna, zone costiere, foreste tropicali o zone umide,
idonee alla creazione di parchi naturali o di
riserve protette.
5.
Il turismo nella natura e l’ecoturismo sono riconosciuti come forme di
particolare arricchimento e
valorizzazione del turismo, a condizione che rispettino il patrimonio
naturale e le popolazioni locali e rispondano
alla capacità di accoglienza dei luoghi.
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