Art.
978 Costituzione
L'usufrutto
è stabilito dalla legge (324, 540 e seguenti, 581, 1153) o dalla volontà
dell'uomo (587, 1350 n. 2, 1376, 2643 n. 2, 2684). Può anche acquistarsi
per usucapione (1158 e seguenti).
Art.
979 Durata
La
durata dell'usufrutto non può eccedere la vita dell'usufruttuario (678,
698, 796, 853, 1014).
L'usufrutto
costituito a favore di una persona giuridica non può durare più di trenta
anni (999, 1014).
Art.
980 Cessione dell'usufrutto
L'usufruttuario
può cedere il proprio diritto per un certo tempo o per tutta la sua durata,
se ciò non è vietato dal titolo costitutivo (1002, 1350 n. 2, 2643 n. 2,
2810).
La
cessione dev'essere notificata al proprietario; finché non sia stata
notificata, l'usufruttuario è solidalmente obbligato con il cessionario
verso il proprietario (1292).
Dei
diritti nascenti dall'usufrutto
Art.
981 Contenuto del diritto di usufrutto
L'usufruttuario
ha diritto di godere della cosa, ma deve rispettarne la destinazione
economica.
Egli
può trarre dalla cosa ogni utilità che questa può dare (1998), fermi i
limiti stabiliti in questo capo.
Art.
982 Possesso della cosa
L'usufruttuario
ha il diritto di conseguire il possesso della cosa di cui ha l'usufrutto,
salvo quanto è disposto dall'art. 1002.
Art.
983 Accessioni
L'usufrutto
si estende a tutte le accessioni della cosa (817 e seguenti, 934 e
seguenti).
Se
il proprietario dopo l'inizio dell'usufrutto, con il consenso
dell'usufruttuario, ha fatto nel fondo costruzioni o piantagioni,
l'usufruttuario è tenuto a corrispondere gli interessi (1284) sulle somme
impiegate. La norma si applica anche nel caso in cui le costruzioni o
piantagioni sono state fatte per disposizione della pubblica autorità.
Art.
984 Frutti
I
frutti naturali e i frutti civili spettano all'usufruttuario per la durata
del suo diritto (820 s )
Se
il proprietario e l'usufruttuario si succedono nel godimento della cosa
entro l'anno agrario o nel corso di un periodo produttivo di maggiore
durata, l'insieme di tutti i frutti si ripartisce fra l'uno e l'altro in
proporzione della durata del rispettivo diritto nel periodo stesso (199;
att. 150).
Le
spese per la produzione e il raccolto sono a carico del proprietario e
dell'usufruttuario nella proporzione indicata dal comma precedente ed entro
i limiti del valore dei frutti (821).
Art.
985 Miglioramenti
L'usufruttuario
ha diritto a un'indennità per i miglioramenti che sussistono al momento
della restituzione della cosa (att. 157).
L'indennità
si deve corrispondere nella minor somma tra l'importo della spesa e
l'aumento di valore conseguito dalla cosa per effetto dei miglioramenti.
L'autorità
giudiziaria, avuto riguardo alle circostanze, può disporre che il pagamento
della indennità prevista dai commi precedenti sia fatto ratealmente,
imponendo in questo caso idonea garanzia (1179, Cod. Proc. Civ. 119).
Art.
986 Addizioni
L'usufruttuario
può eseguire addizioni che non alterino la destinazione economica della
cosa.
Egli
ha diritto di toglierle alla fine dell'usufrutto, qualora ciò possa farsi
senza nocumento della cosa, salvo che il proprietario preferisca ritenere le
addizioni stesse. In questo caso deve essere corrisposta all'usufruttuario
un'indennità pari alla minor somma tra l'importo della spesa e il valore
delle addizioni al tempo della riconsegna.
Se
le addizioni non possono separarsi senza nocumento della cosa e
costituiscono miglioramento di essa si applicano le disposizioni relative ai
miglioramenti (att. 157).
Art.
987 Miniere, cave e torbiere
L'usufruttuario
gode delle cave e torbiere (826) già aperte e in esercizio all'inizio
dell'usufrutto. Non ha facoltà di aprirne altre senza il consenso del
proprietario.
Per
le ricerche e le coltivazioni minerarie, di cui abbia ottenuto il permesso,
l'usufruttuario deve indennizzare il proprietario dei danni che saranno
accertati alla fine dell'usufrutto.
Se
il permesso è stato ottenuto dal proprietario o da un terzo, questi devono
al: l'usufruttuario un'indennità corrispondente al diminuito godimento del
fondo durante l'usufrutto.
Art.
988 Tesoro
Il
diritto dell'usufruttuario non si estende al tesoro che si scopra durante
l'usufrutto, salve le ragioni che gli possono competere come ritrovatore
(932).
Art.
989 Boschi, filari e alberi sparsi di alto fusto
Se
nell'usufrutto sono compresi boschi o filari cedui ovvero boschi o filari di
alto fusto destinati alla produzione di legna, l'usufruttuario può
procedere ai tagli ordinari, curando il mantenimento dell'originaria
consistenza dei boschi o dei filari e provvedendo, se occorre, alla loro
ricostituzione.
Circa
il modo, l'estensione, l'ordine e l'epoca dei tagli, l'usufruttuario è
tenuto a uniformarsi, oltre che alle leggi e ai regolamenti forestali, alla
pratica costante della regione.
Le
stesse regole si applicano agli alberi di alto fusto sparsi per la campagna,
destinati ad essere tagliati.
Art.
990 Alberi di alto fusto divelti, spezzati o periti
Gli
alberi di alto fusto divelti, spezzati o periti per accidente spettano al
proprietario. L'usufruttuario può servirsi di essi soltanto per le
riparazioni che sono a suo carico.
Art.
991 Alberi fruttiferi
Gli
alberi fruttiferi che periscono e quelli divelti o spezzati per accidente
appartengono all'usufruttuario, ma questi ha l'obbligo di sostituirne altri.
Art.
992 Pali per vigne e per altre coltivazioni
L'usufruttuario
può prendere nei boschi i pali occorrenti per le vigne e per le altre
coltivazioni che ne abbisognano, osservando sempre la pratica costante della
regione.
Art.
993 Semenzai
L'usufruttuario
può servirsi dei piantoni dei semenzai, ma deve osservare la pratica
costante della regione per il tempo e il modo della estrazione e per la
rimessa dei virgulti.
Art.
994 Perimento delle mandrie o dei greggi
Se
l'usufrutto e stabilito sopra una mandria o un gregge, l'usufruttuario e
tenuto a surrogare gli animali periti, fino alla concorrente quantità dei
nati, dopo che la mandria o il gregge ha cominciato ad essere mancante del
numero primitivo.
Se
la mandria o il gregge perisce interamente per causa non imputabile
all'usufruttuario, questi non è obbligato verso il proprietario che a
rendere conto delle pelli o del loro valore.
Art.
995 Cose consumabili
Se
l'usufrutto comprende cose consumabili (7502), l'usufruttuario ha diritto di
servirsene e ha l'obbligo di pagarne il valore al termine dell'usufrutto
secondo la stima convenuta.
Mancando
la stima, e in facoltà dell'usufruttuario di pagare le cose secondo il
valore che hanno al tempo in cui finisce l'usufrutto o di restituirne altre
in eguale qualità e quantità (1258).
Art.
996 Cose deteriorabili
Se
l'usufrutto comprende cose che, senza consumarsi in un tratto, si
deteriorano a poco a poco, l'usufruttuario ha diritto di servirsene secondo
l'uso al quale sono destinate, e alla fine dell'usufrutto e soltanto tenuto
a restituirle nello stato in cui si trovano.
Art.
997 Impianti, opifici e macchinari
Se
l'usufrutto comprende impianti, opifici o macchinari che hanno una
destinazione produttiva, l'usufruttuario è tenuto a riparare e a sostituire
durante l'usufrutto le parti che si logorano, in modo da assicurare il
regolare funzionamento delle cose suddette. Se l'usufruttuario ha sopportato
spese che eccedono quelle delle ordinarie riparazioni (1004), il
proprietario, al termine dell'usufrutto, è tenuto a corrispondergli una
congrua indennità (2651).
Art.
998 Scorte vive e morte
Le
scorte vive e morte di un fondo devono essere restituite in eguale quantità
e qualità. L'eccedenza o la deficienza di esse deve essere regolata in
danaro, secondo il loro valore al termine dell'usufrutto.
Art.
999 Locazioni concluse dall'usufruttuario
Le
locazioni concluse dall'usufruttuario, in corso al tempo della cessazione
dell'usufrutto, purché constino da atto pubblico (2699) o da scrittura
privata di data certa (2704) anteriore, continuano per la durata stabilita
(1599), ma non oltre il quinquennio dalla cessazione dell'usufrutto.
Se
la cessazione dell'usufrutto avviene per la scadenza del termine stabilito,
le locazioni non durano in ogni caso se non per l'anno e, trattandosi di
fondi rustici dei quali il principale raccolto è biennale o triennale, se
non per il biennio o triennio che si trova in corso al tempo in cui cessa
l'usufrutto (att. 51).
Art.
1000 Riscossione di capitali
Per
la riscossione di somme che rappresentano un capitale gravato d'usufrutto
(1998), è necessario il concorso del titolare del credito e
dell'usufruttuario. Il pagamento fatto a uno solo di essi non è opponibile
all'altro, salve in ogni caso le norme relative alla cessione dei crediti
(260 e seguenti).
Il
capitale riscosso dev'essere investito in modo fruttifero e su di esso si
trasferisce l'usufrutto. Se le parti non sono d'accordo sul modo
d'investimento, provvede l'autorità giudiziaria (1998).
Degli
obblighi nascenti dall'usufrutto
Art.
1001 Obbligo di restituzione. Misura della diligenza
L'usufruttuario
deve restituire le cose che formano oggetto del suo diritto, al termine
dell'usufrutto, salvo quanto è disposto dall'art. 995 (2930).
Nel
godimento della cosa egli deve usare la diligenza del buon padre di famiglia
(1176).
Art.
1002 Inventario e garanzia
L'usufruttuario
prende le cose nello stato in cui si trovano (982).
Egli
è tenuto a fare a sue spese l'inventario dei beni, previo avviso al
proprietario (Cod. Proc. Civ. 769). Quando l'usufruttuario è dispensato dal
fare l'inventario, questo può essere richiesto dal proprietario a sue
spese.
L'usufruttuario
deve inoltre dare idonea garanzia (1179). Dalla prestazione della garanzia
sono dispensati i genitori che hanno l'usufrutto legale sui beni dei loro
figli minori (324). Sono anche dispensati il venditore e il donante con
riserva d'usufrutto (796); ma, qualora questi cedano l'usufrutto, il
cessionario è tenuto a prestare garanzia.
L'usufruttuario
non può conseguire il possesso dei beni (982) prima di aver adempiuto gli
obblighi su indicati.
Art.
1003 Mancanza o insufficienza della garanzia
Se
l'usufruttuario non presta la garanzia a cui e tenuto, si osservano le
disposizioni seguenti:
gli
immobili sono locati o messi sotto amministrazione, salva la facoltà
all'usufruttuario di farsi assegnare per propria abitazione una casa
compresa nell'usufrutto. L'amministrazione è affidata, con il consenso
dell'usufruttuario, al proprietario o altrimenti a un terzo scelto di comune
accordo tra proprietario e usufruttuario o, in mancanza di tale accordo,
nominato dall'autorità giudiziaria (att. 59);
il
danaro è collocato a interesse (1000-2);
i
titoli al portatore si convertono in nominativi a favore del proprietario
con il vincolo dell'usufrutto, ovvero si depositano presso una terza
persona, scelta dalle parti, o presso un istituto di credito, la cui
designazione, in caso di dissenso, e fatta dall'autorità giudiziaria;
le
derrate sono vendute e il loro prezzo è parimenti collocato a interesse
(1000-2).
In
questi casi appartengono all'usufruttuario gli interessi dei capitali, le
rendite, le pigioni e i fitti.
Se
si tratta di mobili i quali si deteriorano con l'uso, il proprietario può
chiedere che siano venduti e ne sia impiegato il prezzo come quello delle
derrate. L'usufruttuario può nondimeno domandare che gli siano lasciati i
mobili necessari per il proprio uso.
Art.
1004 Spese a carico dell'usufruttuario
Le
spese e, in genere, gli oneri relativi alla custodia, amministrazione e
manutenzione ordinaria della cosa sono a carico dell'usufruttuario.
Sono
pure a suo carico le riparazioni straordinarie rese necessarie
dall'inadempimento degli obblighi di ordinaria manutenzione.
Art.
1005 Riparazioni straordinarie
Le
riparazioni straordinarie sono a carico del proprietario.
Riparazioni
straordinarie sono quelle necessarie ad assicurare la stabilità dei muri
maestri e delle volte, la sostituzione delle travi, il rinnovamento, per
intero o per una parte notevole, dei tetti, solai, scale, argini,
acquedotti, muri di sostegno o di cinta.
L'usufruttuario
deve corrispondere al proprietario, durante l'usufrutto, l'interesse (1284)
delle somme spese per le riparazioni straordinarie.
Art.
1006 Rifiuto del proprietario alle riparazioni
Se
il proprietario rifiuta di eseguire le riparazioni poste a suo carico o ne
ritarda l'esecuzione senza giusto motivo, e in facoltà dell'usufruttuario
di farle eseguire a proprie spese. Le spese devono essere rimborsate alla
fine dell'usufrutto senza interesse. A garanzia del rimborso l'usufruttuario
ha diritto di ritenere l'immobile riparato (2756; att. 152).
Art.
1007 Rovina parziale di edificio accessorio
Le
disposizioni dei due articoli precedenti si applicano anche nel caso in cui,
per vetusta o caso fortuito, rovini soltanto in parte l'edificio che formava
accessorio necessario del fondo soggetto a usufrutto.
Art.
1008 Imposte e altri pesi a carico del l'usufruttuario
L'usufruttuario
è tenuto per la durata del suo diritto, ai carichi annuali, come le
imposte, i canoni, le rendite fondiarie e gli altri pesi che gravano sul
reddito.
Per
l'anno in corso al principio e alla fine dell'usufrutto questi carichi si
ripartiscono tra il proprietario e l'usufruttuario in proporzione della
durata del rispettivo diritto (984).
Art.
1009 Imposte e altri pesi a carico del proprietario
Al
pagamento dei carichi imposti sulla proprietà durante l'usufrutto, salvo
diverse disposizioni di legge, è tenuto il proprietario, ma l'usufruttuario
gli deve corrispondere l'interesse (1284) della somma pagata.
Se
l'usufruttuario ne anticipa il pagamento, ha diritto di essere rimborsato
del capitale alla fine dell'usufrutto.
Art.
1010 Passività gravanti su eredità in usufrutto
L'usufruttuario
di un'eredità o di una quota di eredità (588) è obbligato a pagare per
intero, o in proporzione della quota, le annualità e gli interessi dei
debiti o dei legati da cui l'eredità stessa sia gravata.
Per
il pagamento del capitale dei debiti o dei legati, che si renda necessario
durante l'usufrutto, e in facoltà dell'usufruttuario di fornire la somma
occorrente, che gli deve essere rimborsata senza interesse alla fine
dell'usufrutto.
Se
l'usufruttuario non può o non vuole fare questa anticipazione, il
proprietario può pagare tale somma, sulla quale l'usufruttuario deve
corrispondergli l'interesse (1284) durante l'usufrutto, o può vendere una
porzione dei beni soggetti all'usufrutto fino alla concorrenza della somma
dovuta.
Se
per il pagamento dei debiti si rende necessaria la vendita dei beni, questa
è fatta d'accordo tra proprietario e usufruttuario, salvo ricorso
all'autorità giudiziaria in caso di dissenso. L'espropriazione forzata deve
seguire contro ambedue.
Art.
1011 Ritenzione per le somme anticipate
Nelle
ipotesi contemplate dal secondo comma dell'art. 1009 e dal secondo
comma dell'art. 1010, l'usufruttuario ha diritto di ritenzione sui beni che
sono in suo possesso fino alla concorrenza della somma a lui dovuta (att.
152).
Art.
1012 Usurpazioni durante l'usufrutto e azioni relative alle servitù
Se
durante l'usufrutto un terzo commette usurpazione sul fondo o altrimenti
offende le ragioni del proprietario, l'usufruttuario e tenuto a fargliene
denunzia e, omettendola, è responsabile dei danni che eventualmente siano
derivati al proprietario.
L'usufruttuario
può far riconoscere (2653) l'esistenza delle servitù a favore del fondo
(1079) o l'inesistenza di quelle che si pretende di esercitare sul fondo
medesimo (949); egli deve in questi casi chiamare in giudizio il
proprietario (Cod. Proc. Civ. 102).
Art.
1013 Spese per le liti
Le
spese delle liti che riguardano tanto la proprietà quanto l'usufrutto sono
sopportate dal proprietario e dall'usufruttuario in proporzione del
rispettivo interesse.
Estinzione
e modificazioni dell'usufrutto
Art.
1014 Estinzione dell'usufrutto
Oltre
quanto è stabilito dall'art. 979 (328), l'usufrutto si estingue:
l)
per prescrizione per effetto del non uso durato per venti anni (2934 e
seguenti);
2)
per la riunione dell'usufrutto e della proprietà nella stessa persona
(2814);
3)
per il totale perimento della cosa su cui è costituito (1016 e seguenti).
Art.
1015 Abusi dell'usufruttuario
L'usufrutto
può anche cessare per l'abuso (2561, 2814) che faccia l'usufruttuario del
suo diritto alienando i beni o deteriorandoli o lasciandoli andare in
perimento per mancanza di ordinarie riparazioni (1004).
L'autorità
giudiziaria può, secondo le circostanze, ordinare che l'usufruttuario dia
garanzia, qualora ne sia esente, o che i beni siano locati o posti sotto
amministrazione a spese di lui, o anche dati in possesso al proprietario con
l'obbligo di pagare annualmente all'usufruttuario, durante l'usufrutto, una
somma determinata.
I
creditori dell'usufruttuario possono intervenire nel giudizio per conservare
le loro ragioni, offrire il risarcimento dei danni e dare garanzia per
l'avvenire (2900).
Art.
1016 Perimento parziale della cosa
Se
una sola parte della cosa soggetta all'usufrutto perisce, l'usufrutto si
conserva sopra ciò che rimane.
Art.
1017 Perimento della cosa per colpa o dolo di terzi
Se
il perimento della cosa non è conseguenza di caso fortuito, l'usufrutto si
trasferisce sull'indennità dovuta dal responsabile del danno.
Art.
1018 Perimento dell'edificio
Se
l'usufrutto è stabilito sopra un fondo, del quale fa parte un edificio, e
questo viene in qualsiasi modo a perire, l'usufruttuario ha diritto di
godere dell'area e dei materiali.
La
stessa disposizione si applica se l'usufrutto e stabilito soltanto sopra un
edificio. In tal caso, però, il proprietario, se intende costruire un altro
edificio, ha il diritto di occupare l'area e di valersi dei materiali,
pagando all'usufruttuario, durante l'usufrutto, gli interessi (1284) sulla
somma corrispondente al valore dell'area e dei materiali.
Art.
1019 Perimento di cosa assicurata dall'usufruttuario
Se
l'usufruttuario ha provveduto all'assicurazione della cosa o al pagamento
dei premi per la cosa già assicurata, l'usufrutto si trasferisce
sull'indennità dovuta dall'assicuratore.
Se
è perito un edificio e il proprietario intende di ricostruirlo con la somma
conseguita come indennità, l'usufruttuario non può opporsi. L'usufrutto in
questo caso si trasferisce sull'edificio ricostruito. Se però la somma
impiegata nella ricostruzione è maggiore di quella spettante in usufrutto,
il diritto dell'usufruttuario sul nuovo edificio è limitato in proporzione
di quest'ultima.
Art.
1020 Requisizione o espropriazione
Se
la cosa è requisita o espropriata per pubblico interesse, l'usufrutto si
trasferisce sull'indennità relativa (1000).
Dell'uso
e dell'abitazione
Art.
1021 Uso
Chi
ha il diritto d'uso di una cosa, può servirsi di essa e, se è fruttifera,
può raccogliere i frutti (821) per quanto occorre ai bisogni suoi e della
sua famiglia (1023 e seguenti, 1100).
I
bisogni si devono valutare secondo la condizione sociale del titolare del
diritto.
Art.
1022 Abitazione
Chi
ha il diritto di abitazione di una casa può abitarla limitatamente ai
bisogni suoi e della sua famiglia.
Art.
1023 Ambito della famiglia
Nella
famiglia si comprendono anche i figli nati dopo che è cominciato il diritto
d'uso o d'abitazione, quantunque nel tempo in cui il diritto e sorto la
persona non avesse contratto matrimonio. Si comprendono inoltre i figli
adottivi (291 e seguenti), i figli naturali riconosciuti (250 e seguenti) e
gli affiliati (404 e seguenti), anche se l'adozione, il riconoscimento o
l'affiliazione sono seguiti dopo che il diritto era già sorto. Si
comprendono infine le persone che convivono con il titolare del diritto per
prestare a lui o alla sua famiglia i loro servizi (att. 153).
Art.
1024 Divieto di cessione
I
diritti di uso e di abitazione non si possono cedere (853) o dare in
locazione.
Art.
1025 Obblighi inerenti all'uso e all'abitazione
Chi
ha l'uso di un fondo e ne raccoglie tutti i frutti o chi ha il diritto di
abitazione e occupa tutta la casa e tenuto alle spese di coltura, alle
riparazioni ordinarie e al pagamento dei tributi come l'usufruttuario (1004
e seguenti).
Se
non raccoglie che una parte dei frutti o non occupa che una parte della
casa, contribuisce in proporzione di ciò che gode.
Art.
1026 Applicabilità delle norme sull'usufrutto
Le
disposizioni relative all'usufrutto (978 e seguenti) si applicano, in quanto
compatibili, all'uso e all'abitazione.
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