Art.
1173 Fonti delle obbligazioni
Le
obbligazioni derivano da contratto (Cod. Civ. 1321 e seguenti), da fatto
illecito (Cod. Civ. 2043 e seguenti), o da ogni altro atto o fatto idoneo a
produrle (Cod. Civ. 433 e seguenti, 651, 2028 e seguenti, 2033 e seguenti,
2041 e seguenti) in conformità dell'ordinamento giuridico.
Art.
1174 Carattere patrimoniale della prestazione
La
prestazione che forma oggetto dell'obbligazione deve essere suscettibile di
valutazione economica e deve corrispondere a un interesse, anche non
patrimoniale, del creditore (Cod. Civ. 1256 e seguente, 1411 e seguenti).
Art.
1175 Comportamento secondo correttezza
Il
debitore e il creditore devono comportarsi secondo le regole della
correttezza (Cod. Civ. 1337, 1358).
Dell'adempimento
delle obbligazioni
Dell'adempimento
in generale
Art.
1176 Diligenza nell'adempimento
Nell'adempiere
l'obbligazione il debitore deve usare la diligenza del buon padre di
famiglia (Cod. Civ. 703, 1001, 1228, 1587, 1710-2, 1768, 2148, 2167).
Nell'adempimento
delle obbligazioni inerenti all'esercizio di un'attività professionale la
diligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell'attività esercitata
(Cod. Civ. 1838 e seguente, 2104-1, 2174-2, 2236).
Art.
1177 Obbligazione di custodire
L'obbligazione
di consegnare una cosa determinata include quella di custodirla fino alla
consegna.
Art.
1178 Obbligazione generica
Quando
l'obbligazione ha per oggetto la prestazione di cose determinate soltanto
nel genere, il debitore deve prestare cose di qualità non inferiore alla
media (Cod. Civ. 664).
Art.
1179 Obbligo di garanzia
Chi
è tenuto a dare una garanzia, senza che ne siano determinati il modo e la
forma, può prestare a sua scelta un'idonea garanzia reale o personale (Cod.
Civ. 1943-1), ovvero altra sufficiente cautela (Cod. Proc. Civ. 1 19).
Art.
1180 Adempimento del terzo
L'obbligazione
può essere adempiuta da un terzo, anche contro la volontà del creditore,
se questi non ha interesse a che il debitore esegua personalmente la
prestazione.
Tuttavia
il creditore può rifiutare l'adempimento offertogli dal terzo, se il
debitore gli ha manifestato la sua opposizione.
Art.
1181 Adempimento parziale
Il
creditore può rifiutare un adempimento parziale anche se la prestazione e
divisibile (Cod. Civ. 1314 e seguenti, 1384), salvo che la legge o gli usi
dispongano diversamente.
(vedere
anche Leggi Speciali, Titoli di credito).
Art.
1182 Luogo dell'adempimento
Se
il luogo nel quale la prestazione deve essere eseguita non è determinato
dalla convenzione o dagli usi e non può desumersi dalla natura della
prestazione (Cod. Civ. 1774) o da altre circostanze, si osservano le norme
che seguono (att. Cod. Civ. 159).
L'obbligazione
di consegnare una cosa certa e determinata deve essere adempiuta nel luogo
in cui si trovava la cosa quando l'obbligazione è sorta (1510).
L'obbligazione
avente per oggetto una somma di danaro deve essere adempiuta al domicilio
(43) che il creditore ha al tempo della scadenza (1209, 1219, 1498). Se tale
domicilio è diverso da quello che il creditore aveva quando è sorta
l'obbligazione è ciò rende più gravoso l'adempimento, il debitore, previa
dichiarazione al creditore, ha diritto di eseguire il pagamento al proprio
domicilio.
Negli
altri casi l'obbligazione deve essere adempiuta al domicilio che il debitore
ha al tempo della scadenza (att. 159).
Art.
1183 Tempo dell'adempimento
Se
non è determinato il tempo in cui la prestazione deve essere eseguita, il
creditore può esigerla immediatamente (1219-2). Qualora tuttavia, in virtù
degli usi o per la natura della prestazione ovvero per il modo o il luogo
dell'esecuzione, sia necessario un termine, questo, in mancanza di accordo
delle parti, è stabilito dal giudice (1331, 1817).
Se
il termine per l'adempimento è rimesso alla volontà del debitore, spetta
ugualmente al giudice di stabilirlo secondo le circostanze; se è rimesso
alla volontà del creditore, il termine può essere fissato su istanza del
debitore che intenda liberarsi.
Art.
1184 Termine
Se
per l'adempimento è fissato un termine, questo si presume a favore del
debitore, qualora non risulti stabilito a favore del creditore o di entrambi
(1563, 1771, 1816).
(vedere
anche eggi Speciali, Titoli di credito).
Art.
1185 Pendenza del termine
Il
creditore non può esigere la prestazione prima della scadenza (1206), salvo
che il termine sia stabilito esclusivamente a suo favore.
Tuttavia
il debitore non può ripetere (2034) ciò che ha pagato anticipatamente,
anche se ignorava l'esistenza del termine. In questo caso però egli può
ripetere, nei limiti della perdita subita, ciò di cui il creditore si è
arricchito per effetto del pagamento anticipato (2041).
Art.
1186 Decadenza dal termine
Quantunque
il termine sia stabilito a favore del debitore, il creditore può esigere
immediatamente la prestazione se il debitore è divenuto insolvente o ha
diminuito, per fatto proprio, le garanzie che aveva date o non ha dato le
garanzie che aveva promesse (1274, 1299, 1313, 1844, 1850, 1867 e seguente,
1877, 2743).
Art.
1187 Computo del termine
Il
termine fissato per l'adempimento delle obbligazioni è computato secondo le
disposizioni dell'art. 2963.
La
disposizione relativa alla proroga del termine che scade in giorno festivo
si osserva se non vi sono usi diversi.
E'
salva in ogni caso una diversa pattuizione.
Art.
1188 Destinatario del pagamento
Il
pagamento deve essere fatto al creditore o al suo rappresentante, ovvero
alla persona indicata dal creditore o autorizzata dalla legge o dal giudice
a riceverlo.
Il
pagamento fatto a chi non era legittimato a riceverlo libera il debitore, se
il creditore lo ratifica o se ne ha approfittato (1444).
Art.
1189 Pagamento al creditore apparente
Il
debitore che esegue il pagamento (2726) a chi appare legittimato a riceverlo
in base a circostanze univoche, è liberato se prova di essere stato in
buona fede.
Chi
ha ricevuto il pagamento è tenuto alla restituzione verso il vero
creditore, secondo le regole stabilite per la ripetizione dell'indebito
(2033 e seguenti).
Art.
1190 Pagamento al creditore incapace
Il
pagamento fatto al creditore incapace di riceverlo (316, 320, 357, 374, 394,
424) non libera il debitore, se questi non prova che ciò che fu pagato è
stato rivolto a vantaggio dell'incapace (1443, 2726).
Art.
1191 Pagamento eseguito da un incapace
Il
debitore che ha eseguito la prestazione dovuta non può impugnare il
pagamento a causa della propria incapacità (193-3, 1950, 2034).
Art.
1192 Pagamento eseguito con cose altrui
Il
debitore non può impugnare il pagamento eseguito con cose di cui non poteva
disporre, salvo che offra di eseguire la prestazione dovuta con cose di cui
può disporre.
Il
creditore che ha ricevuto il pagamento in buona fede può impugnarlo, salvo
il diritto al risarcimento del danno (1218).
Art.
1193 Imputazione del pagamento
Chi
ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona può
dichiarare, quando paga, quale debito intende soddisfare.
In
mancanza di tale dichiarazione, il pagamento deve essere imputato al debito
scaduto; tra più debiti scaduti, a quello meno garantito; tra più debiti
ugualmente garantiti, al più oneroso per il debitore; tra i più debiti
ugualmente onerosi, al più antico. Se tali criteri non soccorrono,
l'imputazione è fatta proporzionalmente ai vari debiti (1194 e seguente,
1249, 2726).
Art.
1194 Imputazione del pagamento agli interessi
Il
debitore non può imputare il pagamento al capitale, piuttosto che agli
interessi (1282) e alle spese, senza il consenso del creditore.
Il
pagamento fatto in conto di capitale e d'interessi deve essere imputato
prima agli interessi.
Art.
1195 Quietanza con imputazione
Chi,
avendo più debiti, accetta una quietanza nella quale il creditore ha
dichiarato di imputare il pagamento a uno di essi, non può pretendere
un'imputazione diversa, se non vi è stato dolo (1439) o sorpresa da parte
del creditore (2726).
Art.
1196 Spese del pagamento
Le
spese del pagamento sono a carico del debitore (204, 672, 1215, 1245, 1475).
Art.
1197 Prestazione in luogo dell'adempimento
Il
debitore non può liberarsi eseguendo una prestazione diversa da quella
dovuta, anche se di valore uguale o maggiore, salvo che il creditore
consenta (1320). In questo caso l'obbligazione si estingue quando la diversa
prestazione è eseguita.
Se
la prestazione consiste nel trasferimento della proprietà o di un altro
diritto, il debitore è tenuto alla garanzia per l'evizione e per i vizi
della cosa secondo le norme della vendita (1483 e seguenti, 1490 e
seguenti), salvo che il creditore preferisca esigere la prestazione
originaria e il risarcimento del danno.
In
ogni caso non rivivono le garanzie prestate dai terzi.
Art.
1198 Cessione di un credito in luogo dell'adempimento
Quando
in luogo dell'adempimento è ceduto un credito (1260), l'obbligazione si
estingue con la riscossione del credito, se non risulta una diversa volontà
delle parti (2928).
E'
salvo quanto è disposto dal secondo comma dell'art. 1267.
Art.
1199 Diritto del debitore alla quietanza
Il
creditore che riceve il pagamento deve, a richiesta e a spese del debitore,
rilasciare quietanza (2704) e farne annotazione sul titolo, se questo non è
restituito al debitore.
Il
rilascio di una quietanza per il capitale fa presumere il pagamento degli
interessi.
Art.
1200 Liberazione dalle garanzie
Il
creditore che ha ricevuto il pagamento deve consentire la liberazione dei
beni dalle garanzie reali date per il credito e da ogni altro vincolo che
comunque ne limiti la disponibilità.
Del
pagamento con surrogazione
Art.
1201 Surrogazione per volontà del creditore
Il
creditore, ricevendo il pagamento da un terzo, può surrogarlo nei propri
diritti (2843). La surrogazione deve essere fatta in modo espresso e
contemporaneamente al pagamento.
Art.
1202 Surrogazione per volontà del debitore
Il
debitore, che prende a mutuo (1813) una somma di danaro o altra cosa
fungibile al fine di pagare il debito, può surrogare il mutuante nei
diritti del creditore, anche senza il consenso di questo.
La
surrogazione ha effetto quando concorrono le seguenti condizioni:
1)
che il mutuo e la quietanza risultino da atto avente data certa (2704);
2)
che nell'atto di mutuo sia indicata espressamente la specifica destinazione
della somma mutuata;
3)
che nella quietanza si menzioni la dichiarazione del debitore circa la
provenienza della somma impiegata nel pagamento. Sulla richiesta del
debitore, il creditore non può rifiutarsi di inserire nella quietanza tale
dichiarazione.
Art.
1203 Surrogazione legale
La
surrogazione ha luogo di diritto nei seguenti casi:
1)
a vantaggio di chi, essendo creditore, ancorché chirografario, paga un
altro creditore che ha diritto di essergli preferito in ragione dei suoi
privilegi, del suo pegno o delle sue ipoteche;
2)
a vantaggio dell'acquirente di un immobile che, fino alla concorrenza del
prezzo di acquisto, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile
è ipotecato (2866);
3)
a vantaggio di colui che, essendo tenuto con altri o per altri al pagamento
del debito (754 e seguenti), aveva interesse di soddisfarlo (1299, 2871);
4)
a vantaggio dell'erede con beneficio d'inventario (484 e seguenti), che paga
con danaro proprio i debiti (490) ereditari;
5)
negli altri casi stabiliti dalla legge (756, 1259, 1762, 1776, 1780, 1796,
1949).
Art.
1204 Terzi garanti
La
surrogazione contemplata nei precedenti articoli ha effetto anche contro i
terzi che hanno prestato garanzia per il debitore.
Se
il credito è garantito da pegno, si osserva la disposizione del secondo
comma dell'art. 1263.
Art.
1205 Surrogazione parziale
Se
il pagamento è parziale, il terzo surrogato e il creditore concorrono nei
confronti del debitore in proporzione di quanto è loro dovuto, salvo patto
contrario.
Della
mora del creditore
Art.
1206 Condizioni
Il
creditore è in mora quando, senza motivo legittimo, non riceve il pagamento
offertogli nei modi indicati dagli articoli seguenti o non compie quanto è
necessario affinché il debitore possa adempiere l'obbligazione (att. 160).
Art.
1207 Effetti
Quando
il creditore è in mora, è a suo carico l'impossibilità della prestazione
sopravvenuta per causa non imputabile al debitore (1256 e seguenti, 1673).
Non sono più dovuti gli interessi né i frutti (820) della cosa che non
siano stati percepiti dal debitore.
Il
creditore è pure tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora (1224)
e a sostenere le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta.
Gli
effetti della mora si verificano dal giorno dell'offerta, se questa è
successivamente dichiarata valida con sentenza passata in giudicato (Cod.
Proc. Civ. 324) o se è accettata dal creditore.
Art.
1208 Requisiti per la validità dell'offerta
Affinché
l'offerta sia valida è necessario:
l)
che sia fatta al creditore capace di ricevere o a chi ha la facoltà di
ricevere per lui (1188 e seguenti);
2)
che sia fatta da persona che può validamente adempiere;
3)
che comprenda la totalità della somma o delle cose dovute, dei frutti o
degli interessi e delle spese liquide, e una somma per le spese non liquide,
con riserva di un supplemento, se è necessario;
4)
che il termine sia scaduto, se stipulato in favore del creditore (1184);
5)
che si sia verificata la condizione dalla quale dipende l'obbligazione (1353
e seguenti)
6)
che l'offerta sia fatta alla persona del creditore o nel suo domicilio
(1182);
7)
che l'offerta sia fatta da un ufficiale pubblico a ciò autorizzato (att. 73
e seguenti).
Il
debitore può subordinare l'offerta al consenso del creditore necessario per
liberare i beni dalle garanzie reali o da altri vincoli che comunque ne
limitano la disponibilità (1200; Cod. Proc. Civ. 678).
Art.
1209 Offerta reale e offerta per intimazione
Se
l'obbligazione ha per oggetto danaro, titoli di credito, ovvero cose mobili
da consegnare al domicilio del creditore, l'offerta deve essere reale (att.
73 e seguenti; Cod. Proc. Civ. 126).
Se
si tratta invece di cose mobili da consegnare in luogo diverso, l'offerta
consiste nell'intimazione al creditore di riceverle, fatta mediante atto a
lui notificato nelle forme prescritte per gli atti di citazione (Cod. Proc.
Civ. 137 e seguenti).
Art.
1210 Facoltà di deposito e suoi effetti liberatori
Se
il creditore rifiuta di accettare l'offerta reale o non si presenta per
ricevere le cose offertegli mediante intimazione, il debitore può eseguire
il deposito (att. 77, 78).
Eseguito
il deposito, quando questo è accettato dal creditore o è dichiarato valido
con sentenza passata in giudicato, il debitore non può più ritirarlo ed è
liberato dalla sua obbligazione.
Art.
1211 Cose deperibili o di dispendiosa custodia
Se
le cose non possono essere conservate o sono deteriorabili, oppure se le
spese della loro custodia sono eccessive, il debitore, dopo l'offerta reale
o l'intimazione di ritirarle, può farsi autorizzare dal pretore a venderle
nei modi stabiliti per le cose pignorate e a depositarne il prezzo (2797;
Cod. Proc. Civ. 529 e seguenti).
Art.
1212 Requisiti del deposito
Per
la validità del deposito è necessario:
1)
che sia stato preceduto da un'intimazione notificata al creditore e
contenente l'indicazione del giorno, dell'ora e del luogo in cui la cosa
offerta sarà depositata (att. 744);
2)
che il debitore abbia consegnato la cosa, con gli interessi e i frutti
dovuti fino al giorno dell'offerta, nel luogo indicato dalla legge o, in
mancanza, dal giudice;
3)
che sia redatto dal pubblico ufficiale un processo verbale da cui risulti la
natura delle cose offerte, il rifiuto di riceverle da parte del creditore o
la sua mancata comparizione, e infine il fatto del deposito (att. 78; Cod.
Proc. Civ. 126);
4)
che, in caso di non comparizione del creditore, il processo verbale di
deposito gli sia notificato con l'invito a ritirare la cosa depositata (att.
73).
Il
deposito che ha per oggetto somme di danaro può eseguirsi anche presso un
istituto di credito (att. 73, 76, 251).
Art.
1213 Ritiro del deposito
Il
deposito non produce effetto se il debitore lo ritira prima che sia stato
accettato dal creditore o prima che sia stato riconosciuto valido con
sentenza passata in giudicato (Cod. Proc. Civ. 324).
Se,
dopo l'accettazione del deposito o il passaggio in giudicato della sentenza
che lo dichiara valido, il creditore consente che il debitore ritiri il
deposito, egli non può più rivolgersi contro i condebitori e i
fideiussori, né valersi dei privilegi, del pegno e delle ipoteche che
garantivano il credito (2878).
Art.
1214 Offerta secondo gli usi e deposito
Se
il debitore ha offerto la cosa dovuta nelle forme d'uso anziché in quelle
prescritte dagli artt. 1208 e 1209, gli effetti della mora si verificano dal
giorno in cui egli esegue il deposito a norma dell'art. 1212 (att. 73-1,
77), se questo è accettato dal creditore o è dichiarato valido con sentenza
passata in giudicato.
Art.
1215 Spese
Quando
l'offerta reale e il deposito sono validi, le spese occorse sono a carico
del creditore.
Art.
1216 Intimazione di ricevere la consegna di un immobile
Se
deve essere consegnato un immobile, l'offerta consiste nella intimazione al
creditore di prenderne possesso. L'intimazione deve essere fatta nella forma
prescritta dal secondo comma dell'art. 1209 (att. 73, 75).
Il
debitore, dopo l'intimazione al creditore, può ottenere dal giudice la
nomina di un sequestratario. In questo caso egli è liberato dal momento in
cui ha consegnato al sequestratario la cosa dovuta (att. 79).
Art.
1217 Obbligazioni di fare
Se
la prestazione consiste in un fare, il creditore è costituito in mora
mediante l'intimazione di ricevere la prestazione o di compiere gli atti che
sono da parte sua necessari per renderla possibile (att. 80).
L'intimazione
può essere fatta nelle forme d'uso (2931).
Dell'inadempimento
delle obbligazioni
Art.
1218 Responsabilità del debitore
Il
debitore che non esegue esattamente (1307, 1453) la prestazione dovuta è
tenuto al risarcimento del danno (2740), se non prova (1673, 1681, 1693,
1784, 1787, 1805-2, 1821) che l'inadempimento o il ritardo è stato
determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non
imputabile (1256; att. 160).
Art.
1219 Costituzione in mora
Il
debitore è costituito in mora mediante intimazione o richiesta fatta per
iscritto (1308; att. 160).
Non
è necessaria la costituzione in mora:
1)
quando il debito deriva da fatto illecito (2043 e seguenti);
2)
quando il debitore ha dichiarato per iscritto di non volere eseguire
l'obbligazione;
3)
quando è scaduto il termine, se la prestazione deve essere eseguita al
domicilio del creditore (1183-1). Se il termine scade dopo la morte del
debitore, gli eredi non sono costituiti in mora che mediante intimazione o
richiesta fatta per iscritto, e decorsi otto giorni dall'intimazione o dalla
richiesta.
Art.
1220 Offerta non formale
Il
debitore non può essere considerato in mora, se tempestivamente ha fatto
offerta della prestazione dovuta, anche senza osservare le forme indicate
nella sezione III del precedente capo, a meno che il creditore l'abbia
rifiutata per un motivo legittimo.
Art.
1221 Effetti della mora sul rischio
Il
debitore che è in mora non è liberato per la sopravvenuta impossibilità
della prestazione derivante da causa a lui non imputabile, se non prova che
l'oggetto della prestazione sarebbe ugualmente perito presso il creditore.
In
qualunque modo sia perita o smarrita una cosa illecitamente sottratta, la
perdita di essa non libera chi l'ha sottratta dall'obbligo di restituirne il
valore.
Art.
1222 Inadempimento di obbligazioni negative
Le
disposizioni sulla mora non si applicano alle obbligazioni di non fare; ogni
fatto compiuto in violazione di queste costituisce di per sé inadempimento.
Art.
1223 Risarcimento del danno
Il
risarcimento del danno per l'inadempimento o per il ritardo deve comprendere
così la perdita subita dal creditore come il mancato guadagno, in quanto ne
siano conseguenza immediata e diretta (1382, 1479, 2056 e seguenti).
Art.
1224 Danni nelle obbligazioni pecuniarie
Nelle
obbligazioni che hanno per oggetto una somma di danaro (1277 e seguenti),
sono dovuti dal giorno della mora gli interessi legali, anche se non erano
dovuti precedentemente e anche se il creditore non prova di aver sofferto
alcun danno. Se prima della mora erano dovuti interessi in misura superiore
a quella legale (1284), gli interessi moratori sono dovuti nella stessa
misura.
Al
creditore che dimostra (2697) di aver subito un danno maggiore spetta
l'ulteriore risarcimento Questo non è dovuto se è stata convenuta la
misura degli interessi moratori.
Art.
1225 Prevedibilità del danno
Se
l'inadempimento o il ritardo non dipende da dolo del debitore, il
risarcimento è limitato al danno che poteva prevedersi nel tempo in cui è
sorta l'obbligazione.
Art.
1226 Valutazione equitativa del danno
Se
il danno non può essere provato nel suo preciso ammontare, è liquidato dal
giudice con valutazione equitativa (2056 e seguenti).
Art.
1227 Concorso del fatto colposo del creditore
Se
il fatto colposo del creditore ha concorso a cagionare il danno, il
risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa e l'entità delle
conseguenze che ne sono derivate.
Il
risarcimento non è dovuto per i danni che il creditore avrebbe potuto
evitare usando l'ordinaria diligenza (2056 e seguenti).
Art.
1228 Responsabilità per fatto degli ausiliari
Salva
diversa volontà delle parti, il debitore che nell'adempimento
dell'obbligazione si vale dell'opera di terzi, risponde anche dei fatti
dolosi o colposi di costoro.
Art.
1229 Clausole di esonero da responsabilità
E'
nullo qualsiasi patto che esclude o limita preventivamente la
responsabilità del debitore per dolo o per colpa grave (1490, 1579, 1681,
1694, 1713, 1784, 1838, 1900).
E'
nullo (1421 e seguenti) altresì qualsiasi patto preventivo di esonero o di
limitazione di responsabilità per i casi in cui il fatto del debitore o dei
suoi ausiliari (1580) costituisca violazione di obblighi derivanti da norme
di ordine pubblico (prel. 31).
Dei
modi di estinzione delle obbligazioni diversi dall'adempimento
Della
novazione
Art.
1230 Novazione oggettiva
L'obbligazione
si estingue quando le parti sostituiscono all'obbligazione originaria una
nuova obbligazione con oggetto o titolo diverso.
La
volontà di estinguere l'obbligazione precedente deve risultare in modo non
equivoco.
Art.
1231 Modalità che non importano novazione
Il
rilascio di un documento o la sua rinnovazione, l'apposizione o
l'eliminazione di un termine è ogni altra modificazione accessoria
dell'obbligazione non producono novazione.
Art.
1232 Privilegi, pegno e ipoteche
I
privilegi, il pegno e le ipoteche del credito originario si estinguono, se
le parti non convengono espressamente di mantenerli per il nuovo credito
(2878).
Art.
1233 Riserva delle garanzie nelle obbligazioni solidali
Se
la novazione si effettua tra il creditore e uno dei debitori in solido con
effetto liberatorio per tutti (1300), i privilegi, il pegno e le ipoteche
del credito anteriore possono essere riservati soltanto sui beni del
debitore che fa la novazione.
Art.
1234 Inefficacia della novazione
La
novazione è senza effetto, se non esisteva l'obbligazione originaria
(2881).
Qualora
l'obbligazione originaria derivi da un titolo annullabile (1425 e seguenti),
la novazione è valida se il debitore ha assunto validamente il nuovo debito
conoscendo il vizio del titolo originario (1444).
Art.
1235 Novazione soggettiva
Quando
un nuovo debitore è sostituito a quello originario che viene liberato, si
osservano le norme contenute nel capo VI di questo titolo (1268 e seguenti).
Della
remissione
Art.
1236 Dichiarazione di remissione del debito
La
dichiarazione del creditore di rimettere il debito estingue l'obbligazione
quando è comunicata al debitore (1334), salvo che questi dichiari in un
congruo termine di non volerne profittare.
Art.
1237 Restituzione volontaria del titolo
La
restituzione volontaria del titolo originale del credito, fatta dal
creditore al debitore, costituisce prova della liberazione (2726) anche
rispetto ai condebitori in solido (1301).
Se
il titolo del credito è in forma pubblica (2699), la consegna volontaria
della copia spedita in forma esecutiva (2714; Cod. Proc. Civ. 475) fa
presumere la liberazione, salva la prova contraria (2697).
Art.
1238 Rinunzia alle garanzie
La
rinunzia alle garanzie dell'obbligazione non fa presumere la remissione del
debito.
Art.
1239 Fideiussori
La
remissione accordata al debitore principale libera i fideiussori (1936,
1945).
La
remissione accordata a uno dei fideiussori non libera gli altri che per la
parte del fideiussore liberato. Tuttavia se gli altri fideiussori hanno
consentito la liberazione, essi rimangono obbligati per l'intero.
Art.
1240 Rinunzia a una garanzia verso corrispettivo
Il
creditore che ha rinunziato, verso corrispettivo, alla garanzia prestata da
un terzo deve imputare al debito principale quanto ha ricevuto, a beneficio
del debitore e di coloro che hanno prestato garanzia per l'adempimento
dell'obbligazione.
Della
compensazione
Art.
1241 Estinzione per compensazione
Quando
due persone sono obbligate l'una verso l'altra, i due debiti si estinguono
per le quantità corrispondenti, secondo le norme degli articoli che seguono
(2917).
Art.
1242 Effetti della compensazione
La
compensazione estingue i due debiti dal giorno della loro coesistenza. Il
giudice non può rilevarla d'ufficio.
La
prescrizione (2934 e seguenti) non impedisce la compensazione, se non era
compiuta quando si è verificata la coesistenza dei due debiti.
Art.
1243 Compensazione legale e giudiziale
La
compensazione si verifica solo tra due debiti che hanno per oggetto una
somma di danaro o una quantità di cose fungibili dello stesso genere e che
sono ugualmente liquidi ed esigibili.
Se
il debito opposto in compensazione non è liquido ma è di facile e pronta
liquidazione, il giudice può dichiarare la compensazione per la parte del
debito che riconosce esistente, e può anche sospendere la condanna per il
credito liquido fino all'accertamento del credito opposto in compensazione.
Art.
1244 Dilazione
La
dilazione concessa gratuitamente dal creditore non è di ostacolo alla
compensazione.
Art.
1245 Debiti non pagabili nello stesso luogo
Quando
i due debiti non sono pagabili nello stesso luogo, si devono computare le
spese del trasporto al luogo del pagamento (1182, 1196).
Art.
1246 Casi in cui la compensazione non si verifica
La
compensazione si verifica qualunque sia il titolo dell'uno o dell'altro
debito, eccettuati i casi:
1)
di credito per la restituzione di cose di cui il proprietario sia stato
ingiustamente spogliato (1168);
2)
di credito per la restituzione di cose depositate (1766 e seguenti) o date
in comodato (1803 e seguenti);
3)
di credito dichiarato impignorabile (1881, 1923-l; Cod. Proc. Civ. 545);
4)
di rinunzia alla compensazione fatta preventivamente dal debitore;
5)
di divieto stabilito dalla legge (447, 248; 1272, 2271).
Art.
1247 Compensazione opposta da terzi garanti
Il
fideiussore può opporre in compensazione il debito che il creditore ha
verso il debitore principale (1945).
Lo
stesso diritto spetta al terzo che ha costituito un'ipoteca o un pegno
(2859, 2870).
Art.
1248 Inopponibilità della compensazione
Il
debitore, se ha accettato puramente e semplicemente la cessione che il
creditore ha fatto delle sue ragioni a un terzo (1263 e seguente), non può
opporre al cessionario la compensazione che avrebbe potuto opporre al
cedente (1272, 2805).
La
cessione non accettata dal debitore, ma a questo notificata, impedisce la
compensazione dei crediti sorti posteriormente alla notificazione.
Art.
1249 Compensazione di più debiti
Quando
una persona ha verso un'altra più debiti compensabili, si osservano per la
compensazione le disposizioni del secondo comma dell'art. 1193.
Art.
1250 Compensazione rispetto ai terzi
La
compensazione non si verifica in pregiudizio dei terzi che hanno acquistato
diritti di usufrutto o di pegno su uno dei crediti (2917).
Art.
1251 Garanzie annesse al credito
Chi
ha pagato un debito mentre poteva invocare la compensazione non può più
valersi, in pregiudizio dei terzi, dei privilegi e delle garanzie a favore
del suo credito, salvo che abbia ignorato l'esistenza di questo per giusti
motivi.
Art.
1252 Compensazione volontaria
Per
volontà delle parti può avere luogo compensazione anche se non ricorrono
le condizioni previste dagli articoli precedenti.
Le
parti possono anche stabilire preventivamente le condizioni di tale
compensazione.
Della
confusione
Art.
1253 Effetti della confusione
Quando
le qualità di creditore e di debitore si riuniscono (470, 490) nella stessa
persona, l'obbligazione si estingue, e i terzi che hanno prestato garanzia
per il debitore sono liberati.
Art.
1254 Confusione rispetto ai terzi
La
confusione non opera in pregiudizio dei terzi che hanno acquistato diritti
di usufrutto o di pegno sul credito (2917).
Art.
1255 Riunione delle qualità di fideiussore e di debitore
Se
nella medesima persona si riuniscono le qualità di fideiussore (1936) e di
debitore principale, la fideiussione resta in vita, purché il creditore vi
abbia interesse.
Dell'impossibilità
sopravvenuta per causa non imputabile al debitore
Art.
1256 Impossibilità definitiva e impossibilità temporanea
L'obbligazione
si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore, la prestazione
diventa impossibile (1218, 1463 e seguenti).
Se
l'impossibilità è solo temporanea, il debitore, finché essa perdura, non
è responsabile del ritardo nell'adempimento. Tuttavia l'obbligazione si
estingue se l'impossibilità perdura fino a quando, in relazione al titolo
dell'obbligazione o alla natura dell'oggetto, il debitore non può più
essere ritenuto obbligato a eseguire la prestazione ovvero il creditore non
ha più interesse a conseguirla (1174).
Art.
1257 Smarrimento di cosa determinata
La
prestazione che ha per oggetto una cosa determinata si considera divenuta
impossibile anche quando la cosa è smarrita senza che possa esserne provato
il perimento.
In
caso di successivo ritrovamento della cosa, si applicano le disposizioni del
secondo comma dell'articolo precedente.
Art.
1258 Impossibilità parziale
Se
la prestazione è divenuta impossibile solo in parte, il debitore si libera
dall'obbligazione eseguendo la prestazione per la parte che è rimasta
possibile (1464, 2175).
La
stessa disposizione si applica quando, essendo dovuta una cosa determinata,
questa ha subìto un deterioramento, o quando residua alcunché dal
perimento totale della cosa (994 e seguenti).
Art.
1259 Subingresso del creditore nei diritti del debitore
Se
la prestazione che ha per oggetto una cosa determinata è divenuta
impossibile, in tutto o in parte, il creditore subentra nei diritti
spettanti al debitore in dipendenza del fatto che ha causato
l'impossibilità (1203), e può esigere dal debitore la prestazione di
quanto questi abbia conseguito a titolo di risarcimento (1780).
Della
cessione dei crediti
(vedere
anche Legge 21 febbraio 1991, n. 52, Leggi Speciali, Factoring.
Art.
1260 Cedibilità dei crediti
Il
creditore può trasferire a titolo oneroso o gratuito il suo credito (1198)
anche senza il consenso del debitore, purché il credito non abbia carattere
strettamente personale o il trasferimento non sia vietato dalla legge (323,
447, 1823).
Le
parti possono escludere la cedibilità del credito; ma il patto non è
opponibile al cessionario, se non si prova che egli lo conosceva al tempo
della cessione.
Art.
1261 Divieti di cessione
I
magistrati dell'ordine giudiziario, i funzionari delle cancellerie e
segreterie giudiziarie, gli ufficiali giudiziari, gli avvocati, i
procuratori, i patrocinatori e i notai non possono, neppure per interposta
persona, rendersi cessionari di diritti sui quali è sorta contestazione
davanti l'autorità giudiziaria di cui fanno parte o nella cui giurisdizione
esercitano le loro funzioni, sotto pena di nullità e dei danni (1421 e
seguenti, 2043).
La
disposizione del comma precedente non si applica alle cessioni di azioni
ereditarie tra coeredi, ne a quelle fatte in pagamento di debiti o per
difesa di beni posseduti dal cessionario.
Art.
1262 Documenti probatori del credito
Il
cedente deve consegnare al cessionario i documenti probatori del credito che
sono in suo possesso.
Se
è stata ceduta solo una parte del credito, il cedente è tenuto a dare al
cessionario una copia autentica (2703) dei documenti.
Art.
1263 Accessori del credito
Per
effetto della cessione, il credito è trasferito al cessionario con i
privilegi, con le garanzie personali e reali (2843) e con gli altri
accessori.
Il
cedente non può trasferire al cessionario, senza il consenso del
costituente, il possesso della cosa ricevuta in pegno; in caso di dissenso,
il cedente rimane custode del pegno (1204).
Salvo
patto contrario, la cessione non comprende. i frutti scaduti (820 e
seguente).
Art.
1264 Efficacia della cessione riguardo al debitore ceduto
La
cessione ha effetto nei confronti del debitore ceduto quando questi l'ha
accettata o quando gli è stata notificata (967-2, 1248, 1407-1, 2914).
Tuttavia,
anche prima della notificazione, il debitore che paga al cedente non è
liberato, se il cessionario prova che il debitore medesimo era a conoscenza
dell'avvenuta cessione (1978, 2559).
Art.
1265 Efficacia della cessione riguardo ai terzi
Se
il medesimo credito ha formato oggetto di più cessioni a persone diverse,
prevale la cessione notificata (Cod. Proc. Civ. 137) per prima al debitore,
o quella che è stata prima accettata dal debitore con atto di data certa
(2704), ancorché essa sia di data posteriore (2559).
La
stessa norma si osserva quando il credito ha formato oggetto di costituzione
di usufrutto o di pegno (1978, 2914).
Art.
1266 Obbligo di garanzia del cedente
Quando
la cessione è a titolo oneroso, il cedente è tenuto a garantire
l'esistenza del credito al tempo della cessione. La garanzia può essere
esclusa per patto, ma il cedente resta sempre obbligato per il fatto
proprio.
Se
la cessione è a titolo gratuito, la garanzia è dovuta solo nei casi e nei
limiti in cui la legge pone a carico del donante la garanzia per l'evizione
(797).
Art.
1267 Garanzia della solvenza del debitore
Il
cedente non risponde della solvenza del debitore, salvo che ne abbia assunto
la garanzia (2255). In questo caso egli risponde nei limiti di quanto ha
ricevuto, deve inoltre corrispondere gli interessi, rimborsare le spese
della cessione e quelle che il cessionario abbia sopportate per escutere il
debitore, è risarcire il danno. Ogni patto diretto ad aggravare la
responsabilità del cedente è senza effetto (1421 e seguente).
Quando
il cedente ha garantito la solvenza del debitore, la garanzia cessa, se la
mancata realizzazione del credito per insolvenza del debitore è dipesa da
negligenza del cessionario nell'iniziare o nel proseguire le istanze contro
il debitore stesso (1198).
Della
delegazione, dell'espromissione e dell'accollo
Art.
1268 Delegazione cumulativa
Se
il debitore assegna al creditore un nuovo debitore, il quale si obbliga
verso il creditore, il debitore originario non è liberato dalla sua
obbligazione, salvo che il creditore dichiari espressamente di liberarlo
(1274 e seguenti).
Tuttavia
il creditore che ha accettato l'obbligazione del terzo non può rivolgersi
al delegante, se prima non ha richiesto al delegato l'adempimento.
Art.
1269 Delegazione di pagamento
Se
il debitore per eseguire il pagamento ha delegato un terzo, questi può
obbligarsi verso il creditore, salvo che il debitore l'abbia vietato.
Il
terzo delegato per eseguire il pagamento non è tenuto ad accettare
l'incarico, ancorché sia debitore del delegante. Sono salvi. gli usi
diversi.
Art.
1270 Estinzione della delegazione
Il
delegante può revocare la delegazione, fino a quando il delegato non abbia
assunto l'obbligazione in confronto del delegatario o non abbia eseguito il
pagamento a favore di questo.
Il
delegato può assumere l'obbligazione o eseguire il pagamento a favore del
delegatario anche dopo la morte o la sopravvenuta incapacità del delegante.
Art.
1271 Eccezioni opponibili dal delegato
Il
delegato può opporre al delegatario le eccezioni relative ai suoi rapporti
con questo.
Se
le parti non hanno diversamente pattuito, il delegato non può opporre al
delegatario, benché questi ne fosse stato a conoscenza, le eccezioni che
avrebbe potuto opporre al delegante, salvo che sia nullo il rapporto tra
delegante e delegatario.
Il
delegato non può neppure opporre le eccezioni relative al rapporto tra il
delegante e il delegatario, se ad esso le parti non hanno fatto espresso
riferimento.
Art.
1272 Espromissione
Il
terzo che, senza delegazione del debitore (1180), ne assume verso il
creditore il debito, è obbligato in solido col debitore originario, se il
creditore non dichiara espressamente di liberare quest'ultimo.
Se
non si è convenuto diversamente, il terzo non può opporre al creditore le
eccezioni relative ai suoi rapporti col debitore originario.
Può
opporgli invece le eccezioni che al creditore avrebbe potuto opporre il
debitore originario, se non sono personali a quest'ultimo e non derivano da
fatti successivi all'espromissione. Non può opporgli la compensazione che
avrebbe potuto opporre il debitore originario, quantunque si sia verificata
prima dell'espromissione.
Art.
1273 Accollo
Se
il debitore e un terzo convengono che questi assuma il debito dell'altro, il
creditore può aderire alla convenzione, rendendo irrevocabile la
stipulazione a suo favore (1411).
L'adesione
del creditore importa liberazione del debitore originario solo se ciò
costituisce condizione espressa della stipulazione o se il creditore
dichiara espressamente di liberarlo.
Se
non vi è liberazione del debitore, questi rimane obbligato in solido col
terzo.
In
ogni caso il terzo è obbligato verso il creditore che ha aderito alla
stipulazione nei limiti in cui ha assunto il debito, e può opporre al
creditore le eccezioni fondate sul contratto in base al quale l'assunzione
è avvenuta (1413).
Art.
1274 Insolvenza del nuovo debitore
Il
creditore che, in seguito a delegazione, ha liberato il debitore originario,
non ha azione contro di lui se il delegato diviene insolvente, salvo che ne
abbia fatto espressa riserva.
Tuttavia,
se il delegato era insolvente al tempo in cui assunse il debito in confronto
del creditore, il debitore originario non è liberato.
Le
medesime disposizioni si osservano quando il creditore ha aderito
all'accollo stipulato a suo favore e la liberazione del debitore originario
era condizione espressa della stipulazione.
Art.
1275 Estinzione delle garanzie
In
tutti i casi nei quali il creditore libera il debitore originario, si
estinguono le garanzie annesse al credito, se colui che le ha prestate non
consente espressamente a mantenerle (1232, 2878).
Art.
1276 Invalidità della nuova obbligazione
Se
l'obbligazione assunta dal nuovo debitore verso il creditore è dichiarata
nulla o annullata, e il creditore aveva liberato il debitore originario,
l'obbligazione di questo rivive, ma il creditore non può valersi delle
garanzie prestate da terzi (2881).
Di
alcune specie di obbligazioni
Delle
obbligazioni pecuniarie
Art.
1277 Debito di somma di danaro
I
debiti pecuniari si estinguono con moneta avente corso legale nello Stato al
tempo del pagamento e per il suo valore nominale.
Se
la somma dovuta era determinata in una moneta che non ha più corso legale
al tempo del pagamento, questo deve farsi in moneta legale ragguagliata per
valore alla prima.
Art.
1278 Debito di somma di monete non aventi corso legale
Se
la somma dovuta è determinata in una moneta non avente corso legale nello
Stato, il debitore ha facoltà di pagare in moneta legale al corso del
cambio nel giorno della scadenza e nel luogo stabilito per il pagamento
(1182).
Art.
1279 Clausola di pagamento effettivo in monete non aventi corso legale
La
disposizione dell'articolo precedente non si applica, se la moneta non
avente corso legale nello Stato è indicata con la clausola
"effettivo" o altra equivalente, salvo che alla scadenza
dell'obbligazione non sia possibile procurarsi tale moneta.
Art.
1280 Debito di specie monetaria avente valore intrinseco
Il
pagamento deve farsi con una specie di moneta avente valore intrinseco, se
così è stabilito dal titolo costitutivo del debito, sempreché la moneta
avesse corso legale al tempo in cui l'obbligazione fu assunta.
Se
però la moneta non è reperibile, o non ha più corso, o ne è alterato il
valore intrinseco, il pagamento si effettua con moneta corrente che
rappresenti il valore intrinseco che la specie monetaria dovuta aveva al
tempo in cui l'obbligazione fu assunta.
Art.
1281 Leggi speciali
Le
norme che precedono si osservano in quanto non siano in contrasto con i
princìpi derivanti da leggi speciali.
Sono
salve le disposizioni particolari concernenti pagamenti da farsi fuori del
territorio dello Stato.
Art.
1282 Interessi nelle obbligazioni pecuniarie
I
crediti liquidi ed esigibili di somme di danaro producono interessi di pieno
diritto, salvo che la legge o il titolo stabiliscano diversamente (2948 n.
4; Cod. Proc. Civ.161).
Salvo
patto contrario, i crediti per fitti e pigioni (1639, 1587) non producono
interessi se non dalla costituzione in mora (1219).
Se
il credito ha per oggetto rimborso di spese fatte per cose da restituire,
non decorrono interessi per il periodo di tempo in cui chi ha fatto le spese
abbia goduto della cosa senza corrispettivo e senza essere tenuto a render
conto del godimento.
Art.
1283 Anatocismo
In
mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi
solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione
posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti
almeno per sei mesi (att. 162).
Art.
1284 Saggio degli interessi
Il
saggio degli interessi legali è del dieci per cento in ragione di anno
(att. 161).
Allo
stesso saggio si computano gli interessi convenzionali, se le parti non ne
hanno determinato la misura.
Gli
interessi superiori alla misura legale devono essere determinati per
iscritto; altrimenti sono dovuti nella misura legale (1815, 1950, 2725).
NOTA
Articolo così modificato dall'art. 1, Legge 26 novembre 1990, n. 353, in
vigore dal 16 dicembre 1990. Gli interessi legali, precedentemente, erano
del 5%.
Delle
obbligazioni alternative
Art.
1285 Obbligazione alternativa
Il
debitore di un'obbligazione alternativa si libera eseguendo una delle due
prestazioni dedotte in obbligazione, ma non può costringere il creditore a
ricevere parte dell'una e parte dell'altra (1181).
Art.
1286 Facoltà di scelta
La
scelta spetta al debitore, se non è stata attribuita al creditore o ad un
terzo (665).
La
scelta diviene irrevocabile con l'esecuzione di una delle due prestazioni,
ovvero con la dichiarazione di scelta, comunicata all'altra parte, o ad
entrambe se la scelta è fatta da un terzo (666).
Se
la scelta deve essere fatta da più persone, il giudice può fissare loro un
termine. Se la scelta non è fatta nel termine stabilito, essa è fatta dal
giudice (att. 81).
Art.
1287 Decadenza dalla facoltà di scelta
Quando
il debitore, condannato alternativamente a due prestazioni, non ne esegue
alcuna nel termine assegnatogli dal giudice, la scelta spetta al creditore.
Se
la facoltà di scelta spetta al creditore e questi non l'esercita nel
termine stabilito o in quello fissatogli dal debitore, la scelta passa a
quest'ultimo.
Se
la scelta è rimessa a un terzo e questi non la fa nel termine assegnatogli,
essa è fatta dal giudice (631, 664; att. 81).
Art.
1288 Impossibilità di una delle prestazioni
L'obbligazione
alternativa si considera semplice, se una delle due prestazioni non poteva
formare oggetto di obbligazione (1346 e seguenti) o se è divenuta
impossibile per causa non imputabile ad alcuna delle parti (1256 e
seguenti).
Art.
1289 Impossibilità colposa di una delle prestazioni
Quando
la scelta spetta al debitore, l'obbligazione alternativa diviene semplice,
se una delle due prestazioni diventa impossibile anche per causa a lui
imputabile. Se una delle due prestazioni diviene impossibile per colpa del
creditore, il debitore è liberato dall'obbligazione, qualora non preferisca
eseguire l'altra prestazione e chiedere il risarcimento dei danni.
Quando
la scelta spetta al creditore, il debitore è liberato dall'obbligazione, se
una delle due prestazioni diviene impossibile per colpa del creditore, salvo
che questi preferisca esigere l'altra prestazione e risarcire il danno. Se
dell'impossibilità deve rispondere il debitore, il creditore può scegliere
l'altra prestazione o esigere il risarcimento del danno (1223).
Art.
1290 Impossibilità sopravvenuta di entrambe le prestazioni
Qualora
entrambe le prestazioni siano divenute impossibili (1257) e il debitore
debba rispondere riguardo a una di esse, egli deve pagare l'equivalente di
quella che è divenuta impossibile per l'ultima, se la scelta spettava a
lui. Se la scelta spettava al creditore, questi può domandare l'equivalente
dell'una o dell'altra.
Art.
1291 Obbligazione con alternativa multipla
Le
regole stabilite in questa sezione si osservano anche quando le prestazioni
dedotte in obbligazione sono più di due.
Art.
1292 Nozione della solidarietà
L'obbligazione
e in solido quando più debitori sono obbligati tutti per la medesima
prestazione, in modo che ciascuno può essere costretto all'adempimento per
la totalità e l'adempimento da parte di uno libera gli altri; oppure quando
tra più creditori ciascuno ha diritto di chiedere l'adempimento dell'intera
obbligazione e l'adempimento conseguito da uno di essi libera il debitore
verso tutti i creditori.
Art.
1293 Modalità varie dei singoli rapporti
La
solidarietà non è esclusa dal fatto che i singoli debitori siano tenuti
ciascuno con modalità diverse, o il debitore comune sia tenuto con
modalità diverse di fronte ai singoli creditori.
Art.
1294 Solidarietà tra condebitori
I
condebitori sono tenuti in solido, se dalla legge o dal titolo non risulta
diversamente (441, 443, 752, 754, 961, 1314, 1408, 1682, 1944, 1948, 2150,
2268, 2304, 2513, 2670).
Art.
1295 Divisibilità tra gli eredi
Salvo
patto contrario, l'obbligazione si divide (1261, 1318) tra gli eredi di uno
dei condebitori o di uno dei creditori in solido, in proporzione delle
rispettive quote (752, 754).
Art.
1296 Scelta del creditore per il pagamento
Il
debitore ha la scelta di pagare all'uno o all'altro dei creditori in solido,
quando non è stato prevenuto da uno di essi con domanda giudiziale (Cod.
Proc. Civ. 163).
Art.
1297 Eccezioni personali
Uno
dei debitori in solido non può opporre al creditore le eccezioni personali
agli altri debitori.
A
uno dei creditori in solido il debitore non può opporre le eccezioni
personali agli altri creditori.
Art.
1298 Rapporti interni tra debitori o creditori solidali
Nei
rapporti interni l'obbligazione in solido si divide tra i diversi debitori o
tra i diversi creditori, salvo che sia stata contratta nell'interesse
esclusivo di alcuno di essi.
Le
parti di ciascuno si presumono uguali, se non risulta diversamente.
Art.
1299 Regresso tra condebitori
Il
debitore in solido che ha pagato l'intero debito può ripetere dai
condebitori soltanto la parte di ciascuno di essi (2871).
Se
uno di questi è insolvente, la perdita si ripartisce per contributo tra gli
altri condebitori, compreso quello che ha fatto il pagamento (754, 755).
La
stessa norma si applica qualora sia insolvente il condebitore nel cui
esclusivo interesse l'obbligazione era stata assunta (1203 n. 3).
Art.
1300 Novazione
La
novazione tra il creditore e uno dei debitori in solido libera gli altri
debitori. Qualora però si sia voluto limitare la novazione a uno solo dei
debitori, gli altri non sono liberati che per la parte di quest'ultimo.
Se
convenuta tra uno dei creditori in solido e il debitore, la novazione ha
effetto verso gli altri creditori solo per la parte del primo (1230 e
seguenti, 1268 e seguenti).
Art.
1301 Remissione
La
remissione (1236 e seguenti) a favore di uno dei debitori in solido libera
anche gli altri debitori, salvo che il creditore abbia riservato il suo
diritto verso gli altri, nel qual caso il creditore non può esigere il
credito da questi, se non detratta la parte del debitore a favore del quale
ha consentito la remissione.
Se
la remissione è fatta da uno dei creditori in solido, essa libera il
debitore verso gli altri creditori solo per la parte spettante al primo.
Art.
1302 Compensazione
Ciascuno
dei debitori in solido può opporre in compensazione (1241 e seguenti) il
credito di un condebitore solo fino alla concorrenza della parte di
quest'ultimo.
A
uno dei creditori in solido il debitore può opporre in compensazione ciò
che gli è dovuto da un altro dei creditori, ma solo per la parte di questo.
Art.
1303 Confusione
Se
nella medesima persona si riuniscono (1253) le qualità di creditore e di
debitore in solido, l'obbligazione degli altri debitori si estingue per la
parte di quel condebitore.
Se
nella medesima persona si riuniscono le qualità di debitore e di creditore
in solido, l'obbligazione si estingue per la parte di questo.
Art.
1304 Transazione
La
transazione (1965 e seguenti) fatta dal creditore con uno dei debitori in
solido non produce effetto nei confronti degli altri, se questi non
dichiarano di volerne profittare.
Parimenti,
se è intervenuta tra uno dei creditori in solido e il debitore, la
transazione non ha effetto nei confronti degli altri creditori, se questi
non dichiarano di volerne profittare.
Art.
1305 Giuramento
Il
giuramento (2736 e seguenti) sul debito e non sul vincolo solidale, deferito
da uno dei debitori in solido al creditore o da uno dei creditori in solido
al debitore, ovvero dal creditore a uno dei debitori in solido o dal
debitore o uno dei creditori in solido, produce gli effetti seguenti:
il
giuramento ricusato dal creditore o dal debitore, ovvero prestato dal
condebitore o dal concreditore in solido, giova agli altri condebitori o
concreditori;
il
giuramento prestato dal creditore o dal debitore, ovvero ricusato dal
condebitore in solido, nuoce solo a chi lo ha deferito o a colui al quale è
stato deferito.
Art.
1306 Sentenza
La
sentenza (2900) pronunziata tra il creditore e uno dei debitori in solido, o
tra il debitore e uno dei creditori in solido, non ha effetto contro gli
altri debitori o contro gli altri creditori.
Gli
altri debitori possono opporla al creditore, salvo che sia fondata sopra
ragioni personali al condebitore, gli altri creditori possono farla valere
contro il debitore, salve le eccezioni personali che questi può opporre a
ciascuno di essi.
Art.
1307 Inadempimento
Se
l'adempimento dell'obbligazione è divenuto impossibile per causa imputabile
a uno o più condebitori (1218), gli altri condebitori non sono liberati
dall'obbligo solidale di corrispondere il valore della prestazione dovuta.
Il creditore può chiedere il risarcimento del danno ulteriore al
condebitore o a ciascuno dei condebitori inadempienti.
Art.
1308 Costituzione in mora
La
costituzione in mora (1219) di uno dei debitori in solido non ha effetto
riguardo agli altri, salvo il disposto dell'art. 1310.
La
costituzione in mora del debitore da parte di uno dei creditori in solido
giova agli altri.
Art.
1309 Riconoscimento del debito
Il
riconoscimento del debito fatto da uno dei debitori in solido non ha effetto
riguardo agli altri; se è fatto dal debitore nei confronti di uno dei
creditori in solido, giova agli altri.
Art.
1310 Prescrizione
Gli
atti con i quali il creditore interrompe la prescrizione contro uno dei
debitori in solido, oppure uno dei creditori in solido interrompe la
prescrizione (2943 e seguenti) contro il comune debitore, hanno effetto
riguardo agli altri debitori o agli altri creditori.
La
sospensione della prescrizione (2941 e seguente) nei rapporti di uno dei
debitori o di uno dei creditori in solido non ha effetto riguardo agli
altri. Tuttavia il debitore che sia stato costretto a pagare ha regresso
contro i condebitori liberati in conseguenza della prescrizione.
La
rinunzia alla prescrizione (2937) fatta da uno dei debitori in solido non ha
effetto riguardo agli altri; fatta in confronto di uno dei creditori in
solido, giova agli altri. Il condebitore che ha rinunziato alla prescrizione
non ha regresso verso gli altri debitori liberati in conseguenza della
prescrizione medesima.
Art.
1311 Rinunzia alla solidarietà
Il
creditore che rinunzia alla solidarietà a favore di uno dei debitori
conserva l'azione in solido contro gli altri.
Rinunzia
alla solidarietà:
1)
il creditore che rilascia a uno dei debitori quietanza per la parte di lui
senza alcuna riserva;
2)
il creditore che ha agito giudizialmente contro uno dei debitori per la
parte di lui se questi ha aderito alla domanda, o se è stata pronunciata
una sentenza di condanna (Cod. Proc. Civ. 324).
Art.
1312 Pagamento separato dei frutti o degli interessi
Il
creditore che riceve, separatamente e senza riserva, la parte dei frutti o
degli interessi che è a carico di uno dei debitori perde contro di lui
l'azione in solido per i frutti o per gli interessi scaduti, ma la conserva
per quelli futuri.
Art.
1313 Insolvenza di un condebitore in caso di rinunzia alla solidarietà
Nel
caso di rinunzia del creditore alla solidarietà verso alcuno dei debitori,
se uno degli altri è insolvente, la sua parte di debito è ripartita per
contributo tra tutti i condebitori, compreso quello che era stato liberato
dalla solidarietà.
Delle
obbligazioni divisibili e indivisibili
Art.
1314 Obbligazioni divisibili
Se
più sono i debitori o i creditori di una prestazione divisibile e
l'obbligazione non è solidale (1292), ciascuno dei creditori non può
domandare il soddisfacimento del credito che per la sua parte, e ciascuno
dei debitori non è tenuto a pagare il debito che per la sua parte.
Art.
1315 Limiti alla divisibilità tra gli eredi del debitore
Il
beneficio della divisione (752) non può essere opposto da quello tra gli
eredi del debitore, che è stato incaricato di eseguire la prestazione o che
è in possesso della cosa dovuta, se questa è certa e determinata.
Art.
1316 Obbligazioni indivisibili
L'obbligazione
è indivisibile, quando la prestazione ha per oggetto una cosa o un fatto
che non è suscettibile di divisione per sua natura o per il modo in cui è
stato considerato dalle parti contraenti.
Art.
1317 Disciplina delle obbligazioni indivisibili
Le
obbligazioni indivisibili sono regolate dalle norme relative alle
obbligazioni solidali (1292 e seguenti), in quanto applicabili, salvo quanto
è disposto dagli articoli seguenti.
Art.
1318 Indivisibilità nei confronti degli eredi
L'indivisibilità
opera anche nei confronti degli eredi del debitore o di quelli del
creditore.
Art.
1319 Diritto di esigere l'intero
Ciascuno
dei creditori può esigere l'esecuzione della intera prestazione
indivisibile (1772). Tuttavia l'erede del creditore, che agisce per il
soddisfacimento dell'intero credito, deve dare cauzione a garanzia dei
coeredi (1179).
Art.
1320 Estinzione parziale
Se
uno dei creditori ha fatto remissione del debito (1236 e seguenti) o ha
consentito a ricevere un'altra il debitore non è liberato verso gli altri
creditori. Questi tuttavia non possono domandare la prestazione indivisibile
se non addebitandosi ovvero rimborsando il valore della parte di colui che
ha fatto la remissione o che ha ricevuto la prestazione diversa.
La
medesima disposizione si applica in caso di transazione (1965), novazione
(1230, 1300), compensazione (1241, 1302) e confusione (1253, 1303).
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